
Terza edizione della scuola di bioetica di Provita e Famiglia Onlus

23 Settembre 2019
di Aldo Vitale
«Reagiremo ogni volta che la vita umana è minacciata. Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi reagiremo per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita. Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore. Quando l’istituzione del matrimonio è abbandonata all’egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi reagiremo affermando l’indissolubilità del vincolo matrimoniale. Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi reagiremo riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato. Quando poi la libertà viene usata per dominare i deboli, per sperperare le ricchezze naturali e l’energia, e per negare agli uomini le necessità essenziali, noi reagiremo per riaffermare i principi della giustizia e dell’amore sociale. Quando i malati, gli anziani o i moribondi sono abbandonati, noi reagiremo proclamando che essi sono degni di amore, di sollecitudine e di rispetto»: così San Giovanni Paolo II, nell’omelia del 7 ottobre 1979 presso la Capitol Mall di Washington, esponeva i punti cardinali di ciò che da tempo accade in Europa e negli Stati Uniti in cui, nonostante la parvenza delle strutture dello Stato di diritto, la vita e la dignità umana sono ugualmente minacciate e vilipese, esortando dunque ad una reazione di carattere culturale e razionale che possa, nella sua ultima sostanza, rappresentare non già la banale propagazione di un credo religioso o di una ideologia, ma la coraggiosa difesa ultima degli ultimi.
In questa direzione di intenti e ideali si muove la Scuola di bioetica di Pro Vita e Famiglia Onlus, giunta alla sua terza edizione, nei prossimi giorni di sabato 28 e domenica 29 settembre 2019, che, dopo il crescente successo delle prime due edizioni nel 2017 e nel 2018, si rivolge anche quest’anno a tutti coloro i quali, lontani da ogni ideologia e fideismo, intendono intraprendere un percorso di approfondimento razionale delle conoscenze relative ai problemi bioetici che quotidianamente si impongono all’attenzione dell’opinione pubblica.
Presso la sala convegni di Villa Aurelia in Roma e in streaming in tutta Italia, gli illustri relatori (Morresi, Mantovano, Gandolfini, Di Noto, Capozzi, Roccella, Samek Lodovici, Bovassi, Poleggi) esporranno i profili critici di alcune delle più attuali e urgenti questioni di bioetica, come per esempio l’utilizzo della triptorelina sui minori, il fine vita, il bene comune, i nuovi diritti, gli stati vegetativi, il cyber-femminismo ecc.
Il caos antropologico e l’emergenza ecologica – non “semplicemente” ambientalistica – che l’umanità sta attraversando in questi convulsi decenni a cavallo tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, con la parallela erosione del ruolo morale e sociale dei corpi intermedi (famiglia, scuola, partiti, sindacati ecc), richiedono una sempre nuova, accurata e faticosa opera di problematizzazione e riflessione che consentano da un lato di evitare la dispersione totale di quei pochi residui di umanità ancora presente e dall’altro lato il recupero di quella umanità oramai perduta tra le spinte utilitaristiche del post-capitalismo e le pressioni nichilistiche del post-umanesimo.
La Scuola di Bioetica di Pro Vita e Famiglia Onlus, insomma, in questa tempesta culturale che la civiltà occidentale sta attraversando non senza pochi rischi di naufragio, costituisce, dunque, un piccolo, ma affidabile faro per chi vuole allontanarsi dal cabotaggio dei luoghi comuni, per intraprendere nuove rotte al fine di riscoprire alcune delle più elementari verità oggi offuscate dalle nebbie delle nuove funeste e diffuse ideologie, per approdare al porto sicuro della verità in una procella di opinioni, per ritornare a contemplare, in definitiva, l’alba del vero umanesimo dopo l’oscura notte di quelli falsi.