Tassa e spendi, arriva il “fact checking” e smaschera tecnici e renziani

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Tassa e spendi, arriva il “fact checking” e smaschera tecnici e renziani

10 Aprile 2017

“La spesa pubblica crescerà di 24 miliardi di euro nel triennio 2017-2019, mentre le tasse sono destinate a salire di 3 miliardi”, mentre stanno per scattare le lancette della manovrina da 3,5 miliardi di euro e con Padoan sempre più impegnato a trovare la quadra con i renziani del Pd sulle misure da adottare, arriva come un fulmine a ciel sereno il “fact checking” del Centro studi di Unimpresa sul Documento di economia e finanza e relativa manovra correttiva sui conti pubblici. Un responso, quello di Unimpresa, che non può far certo felice Padoan, dato che mette seriamente in discussione il piano di risanamento dei conti pubblici che l’inquilino di via XX settembre dice di voler portare avanti. Il perché è presto detto.

L’analisi dell’associazione, che ha incrociato dati della Corte dei conti e del ministero dell’Economia, rileva che le uscite dal bilancio pubblico aumenteranno rispettivamente di 5,4 miliardi, 10,8 miliardi e 8,2 miliardi nel triennio che abbiamo davanti. Sul fronte delle tasse, il calo di 6,5 miliardi previsto per quest’anno è compensato da incrementi di 4,2 miliardi e 5,4 miliardi nel 2018 e nel 2019. Dunque, in totale, nel triennio in esame il saldo finale è decisamente  negativo per le casse dello Stato con il debito che aumenterà di ben 24,5 miliardi. Il ministro dell’Economia e i fieri seguaci dell’annuncite di stampo renziana si trovano quindi davanti al duro commento della presidentessa di Unimpresa Giovanna Ferrara: “La tendenza degli ultimi anni è stata quella di raccontare i dati e gli impatti delle misure economiche in maniera non sempre completa e veritiera. L’Unione europea ci chiede di correggere i conti pubblici per un eccesso di disavanzo per circa 3,4 miliardi e il nostro governo promette tagli di tasse. Qualcosa non torna e l’operazione verità sull’ultima legge di bilancio aiuta ad aprire gli occhi”.

Insomma, l’ultima finanziaria approvata in dicembre tutto fa tranne che tagliare il debito. Ma questa tendenza era stata già ampiamente evidenziata dai dati Bankitalia che hanno più volte sottolineato come il debito pubblico sia aumentato di ben 135 miliardi nel corso dei mille giorni del governo Renzi, nonostante l’ex premier, come sempre, continui a sostenere il contrario. Ma si sa, nella “renzinomics”, la politica economica renziana, contano più gli spot che i risultati. In ogni caso, i dati Unimpresa parlano chiaro: sui conti pubblici qualcuno sta mentendo, e non sono certo gli italiani. Padoan probabilmente lo sa bene ma al momento pensa a tirare dritto. E ora che ha incassato il primo ok da Bruxelles per le misure contenute nella manovra, sta facendo di tutto per evitare che il varo della correzione dei conti pubblici si tramuti in una bomba ad orologeria per Palazzo Chigi. E segnali in tal senso, soprattutto dal Pd renziano, non mancano di certo.