Telecom, cortocircuito nel Governo
02 Aprile 2007
Usa e Messico si fanno avanti nella partita Telecom e in Italia scoppia la bufera. Soprattutto nella maggioranza di Governo: Di Pietro e Rifondazione che parlano di operazione da fermare mentre il portavoce Sircana ricorda: “le scelte del Cda sono sacre”. La “notizia shock” è arrivata nella tarda serata di ieri, quando Marco Tronchetti Provera ha ricevuto dal Cda straordinario di Pirelli il mandato di procedere nelle negoziazioni con le società AT&T (Usa) e American Movil (Messico), che hanno presentato due offerte per un terzo delle azioni di Olimpia (la holding che controlla Telecom). Una decisione, quella che potrebbe portare la prima azienda italiana in mani straniere, che ha scatenato le ire del Governo, perché da molti, la decisione di Tronchetti di vendere agli stranieri, è considerata uno schiaffo a Prodi e ai poteri bancari.
La prima reazione, ieri, è arrivata dal ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che si era definito “preoccupato”. Ma oggi, a essere “preoccupati” sono in molti, considerato che la maggioranza di governo, sul progetto di cessione agli stranieri, è letteralmente divisa. Con Silvio Sircana, portavoce unico del Governo che ricorda: «Le decisioni dei consigli di amministrazione sono sacre e vanno rispettate” e il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che mette invece in luce il ruolo del Parlamento e del Governo. «Quando sono in gioco le grandi scelte strategiche di sviluppo del Paese devono poter compiere una scelta di indirizzo», ha detto il leader di Rifondazione Comunista. Ma entrando nel vivo della questione, c’è la questione-italianità. Il ministro per l’Innovazione Nicolais ha ribadito che ”un’azienda come Telecom, che è un’azienda critica per il paese, è giusto che abbia un forte controllo italiano”, mentre per il ministro delle Politiche Comunitarie, Emma Bonino “Il mercato deve giocare e la politica deve restare fuori dalla vicenda Telecom. Del resto, una proprietà italiana del capitale, da sola, non è una garanzia ottimale per i consumatori”. E parla addirittura di “colonia americana” il Capogruppo dei Comunisti Italiani alla Camera Pino Sgobio: “Telecom Italia è un patrimonio rilevantissimo del nostro sistema industriale che non può in alcun modo essere penalizzato con piani di vendita a privati o spezzatini che avrebbero ricadute pesantissime sui livelli occupazionali”. Secca la replica del presidente di An Gianfranco Fini: “Non mi spaventa l’ipotesi che Telecom venga acquistata da capitali stranieri: è il mercato. La cosa che colpisce è che il governo è del tutto incapace di prendere atto di una situazione che per certi aspetti lo stesso governo ha contribuito a determinare”.
Sta di fatto che ieri il Cda straordinario ha dato mandato al presidente Marco Tronchetti Provera di procedere nelle negoziazioni: le azioni Telecom Italia detenute da Olimpia sono state valutate 2,82 euro per azione, a fronte di un prezzo di Borsa di 2,1 euro e di quanto offerto da Intesa Sanpaolo (2,7 euro). La trattativa durerà fino al 30 aprile. Starà a Mediobanca e Generali (che avranno il diritto di prelazione), mettere sul piatto le stesse cifre. Mentre non si sa ancora da che parte si posizioneranno i Benetton. Intanto, la compagnia messicana America Movil conferma di avere, insieme ad At&t, una “trattativa in esclusiva” con Pirelli per l’acquisto di due terzi di Olimpia. <%2Fstrong>AT&T ha spiegato che l’offerta per Olimpia e dunque per Telecom Italia serve a rafforzare la presenza del gruppo in Europa. “Abbiamo bisogno – ha detto il portavoce di AT&T, Michael Coe – di forti attività e relazioni in aree chiave e l’Europa è una di esse”.
E ieri, a Piazza Affari è stata una giornata davvero incandescente. Al termine delle contrattazioni, il titolo ha guadagnato il 9,55% a 2,34 euro tra scambi estremamente vivaci. In volo anche Pirelli (+9,42% a 0,90 euro).