Telecom, dopo le nomine occhi puntati sul Cda

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Telecom, dopo le nomine occhi puntati sul Cda

Telecom, dopo le nomine occhi puntati sul Cda

30 Novembre 2007

Lunedì 3 dicembre si riunisce il nuovo CdA della Telecom,
dopo il tormentone relativo alle nomine agli incarichi-chiave dell’azienda. Per  CdA e management della maggiore impresa di
telecomunicazioni del Paese ci vuole coraggio. Hanno di fronte a loro problemi molto difficili. Che possono essere
risolti solo con scelte sagaci, coraggiose e costanti (ove non tanto pervicaci
da sembrare testarde), nonché astute.

Dalle scelte che verranno effettuate si potrà cominciare a risolvere il puzzle
fondamentale della Telecom versione dicembre 2007. Il puzzle si può riassumere
in un rebus: le decisioni in materia di management rappresentano un ritorno al
passato (a 13 anni fa prima della complicata vicenda, densa di passaggi di mano
di pacchetti azionari di riferimento ove non di controllo che ha portato alla
Telecom di oggi)? Oppure di uno slancio verso il futuro?

I clienti Telecom
lamentano che per molti di loro (specialmente le utenze private) poco o nulla è
cambiato rispetto ai tempi del monopolio: disservizi frequenti, maniere non
proprio cortesi di chi risponde al 187, bollette salate (a volte contestate).

In numerosi si sono rivolti ai competitori (questo è il mercato, bellezza!).

Molti nodi presenti 13 anni fa (alto indebitamento, separazione o meno della
rete, ammodernamento tecnologico e la conseguente necessità di investimenti
ingenti, relazioni sindacali non facili in cui molti addetti vivono ancora nel
mondo del monopolio, come la signora del film “Good bye, Lenin!”). Tuttavia il
contesto è cambiato. In Italia, in Europa, nel resto del mondo.

Si potrà risolvere il puzzle e dare una risposta al rebus, studiando i passi
del nuovo CdA e management della Telecom su questi temi chiave:

1. Cosa intende essere l’azienda: un “campione
nazionale” o un “campione europeo” orientato ad essere un “campione globale”
in grado di gareggiare ogni giorno, ogni ora , ogni minuto con competitori
agguerriti ed (adesso) tecnologicamente più avanzate? E’ l’interrogativo di
fondo anche se pochi se lo posti in queste ultime settimane (in cui si
pettegolava su questa o quella nomina). Circa tre anni, il “Rapport Beffa” “Pour une nouvelle politique
industrielle”
,  dal nome del Presidente della Commissione
istituita da Jacques Chirac per la definizione di una politica dell’innovazione
nell’industria francese ed europea ha indicato chiaramente che in un sento ad
alto contenuto tecnologico come le telecomunicazioni l’epoca dei “campioni
nazionali” è definitivamente terminata e che anche quella dei “campioni
europei” potrà essere transitoria. Lo ribadisce un lavoro freschissimo di
Oliver Falck e Stephan Heblich di due dei maggiori istituti di analisi
economica tedesca (l’Ifo ed il Max Planck Institut).

L’alleanza con Télefonica
rende comunque obbligato il binario dell’internazionalizzazione. Per diventare
un “campione europeo” e “globale”, la Telecom, però, deve alleggerire il
fardello del debito, effettuare grandi investimenti e trovare una soluzione al
problema delle rete.


2.
L’azienda ha un rapporto debito-margine operativo lordo
pari a 3,4:1. Soltanto la Deustche Telekom ne ha uno di pari portata. C’è,
però, una differenza importante: i tedeschi sono sulla via del completamento di
un programma di ammodernamento tecnologico che la Telecom nostrana ha iniziato
da relativamente poco tempo.

Per diventare un “campione europeo”, prima, e
“globale”, poi, servono spese enormi in conto capitale (i cui ricavi sono
inoltre molto differiti nel tempo). Ove ciò non bastasse, l’era dei tassi
d’interesse rasoterra sembra terminata e le valute pare stiano riprendendo a
ballare. Quindi, lo snellimento dell’indebitamento avviene in un cotesto di
incertezza; ciò comporta rivolgersi al mercato dei derivati (il quale, lo si è
visto in questi mesi; è pieno di trabocchetti). Le mosse e contromosse del
management di Telecom in questo campo saranno più eloquenti dei comunicati del
CdA e delle conferenze stampa.

3. La rete. Dal 9 all’11 dicembre a Berlino a Berlino
si svolge una conferenza internazionale ad invito organizzata dalla Bertelsman Stiftung che riguarda la riforma internazionale
della regolazione al fine di diminuirne i costi. Dai lavori preparatori della
Conferenza e ancora di più dalle direttive europee, si evince che la separazione
dalla rete è ineludibile. Ci sono, però, differenti percorsi. Alcuni dei quali
possono contribuire a ridurre il peso del debito ed a realizzare gli
investimenti per diventare un “campione europeo” e più tardi “globale”. Ancora
una volta, le azioni diranno di più delle parole.

 


Riferimenti:

Falck O., Heblich S. “Do We Need National Champions? If so, Do We Need a


Champions-Related Industrial Policy? An Evolutionary Perspective”


Jena Economic Research Paper No. 2007-088


Geraldin D.
Twenty Years of Liberalization of Network
Industries in the


European Union: Where Do We Go Now?”
Howrey LLP, Tilburg
University – Tilburg Law and  Economics Center (TILEC)- processed


Hirsch B. “Sluggish Institutions in a Dynamic World: Can Unions and


Industrial Competition Coexist?”
IZA Discus


 


Hoffmann B. “Telecommunications Liberalization”


GIGA Working Paper No. 47


 


Pennisi G. Una strategia Industriale per l’Italia”, Ideazione n. 2, 2005


 


Pennisi G., Scandizzo P.L. “Valutare l’Incertezza” Giappicchelli, 2003


 


Viani B. Consequences of Vertical Separation and Monopoly: Evidence from the Telecom Privatizations” AEI-Brookings Joint Center Working
Paper No. 06-20