Tira una brutta aria in Bulgaria. Anche per il primo ministro Boyko Borisov

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Tira una brutta aria in Bulgaria. Anche per il primo ministro Boyko Borisov

19 Novembre 2010

Tira una brutta aria in Bulgaria, tra complotti, arresti delicati e detenuti pronti a vuotare il sacco su intrecci pericolosi. L’ultima notizia riguarda un piano per assassinare il primo ministro Boyko Borisov, che prima di darsi alla politica frequentava con buoni risultati le scene del karate.

Secondo il quotidiano ’24 Chasa’  i servizi segreti hanno sventato grazie a una serie di provvidenziali intercettazioni telefoniche un ordito potenzialmente  mortale, sviluppatosi la scorsa estate nel King George Palace Hotel di Atene. All’interno del prestigioso albergo della capitale greca oscuri personaggi, protetti da nerboruti guardaspalle, avrebbero stabilito tempi, modi e finanziamenti – si parla di quattrocentomila euro – per eliminare il premier conservatore, che guida lo Stato dal 2009 e recentemente ha denunciato in pubblico di temere per la sua vita.

Nei palazzi del potere locale altri pezzi da novanta sembrano passare giornate poco tranquille. E’ il caso dell’ ex leader del Paese Sergey Stanishev chiamato a rispondere della divulgazione d’informazioni classificate, e soprattuto di un personaggio chiave come Alexei Petrov. Classe 1962, lunga esperienza nelle forze di sicurezza, fino ad arrivare al ruolo di consigliere speciale presso l’Agenzia di Stato, Petrov è stato arrestato il 9 febbraio nell’ambito dell’ operazione ‘Octopus’, gruppo criminale organizzato dedito a estorsioni,  sfruttamento della prostituzione, riciclaggio, traffico di esseri umani. Per chi non l’ama, e non son pochi, questo versatile imprenditore e agente speciale sarebbe il boss bulgaro più importante e il terminale dei rapporti tra politica e malaffare.

Come in altre zone dell’est europeo, anche a Sofia una generazione di ex militari, praticanti di arti marziali, buttafuori, dopo la caduta del comunismo è riuscita a cambiare abito, conservando la pelle dura, fino ad arrivare a capeggiare imprese, partiti, uffici di spionaggio. Oggi, questo meccanismo che ha prodotto per molti anni improvvise ricchezze, inevitabili violenze e gelosie tra vecchi sodali di palestra, sembra destinato a una resa dei conti generale. L’Europa guarda, al solito, un po’ distratta.