Toh, guarda chi si rivede: Prodi e la (riesumata) sinistra Dc
06 Febbraio 2018
Se Prodi e la sinistra Dc afferrano il vivo. “C’è anche la lista di Santagata”. Così sulla Repubblica del 31 gennaio Tommaso Ciriaco registra una presa di posizione di Romano Prodi, filo centrosinistra ma anti Matteo Renzi, apparentemente pro Giulio Santagata ma di fatto a sostegno di Emma Bonino. Ecco un altro segnale del rifiorire di quella sinistra Dc (da Ciriaco De Mita a Dario Franceschini e con il ritorno in pista di un indimenticabile presidente dell’Iri come Prodi scelto proprio da De Mita) che furoreggiò alla fine degli anni Settanta e negli anni Ottanta con anche alcune personalità di grande valore come per esempio Giovanni Marcora, e poi fu decisiva nel contribuire alla disgregazione etico-politica dell’Italia negli anni Novanta con la sua incapacità, persino superiore a quella dei postcomunisti, di impedire il fatale declino dello Stato (per non parlare dei disastri all’Iri di Prodi nel suo secondo mandato di presidenza). Questo rifiorire di una tendenza, oggi segnata anche da una indeterminatezza politico-culturale, è l’esemplificazione perfetta dell’effetto di quando “le mort saisit le vif”, il morto afferra il vivo.
Berlusconi e l’immigrazione. “L’immigrazione è una questione urgentissima. Oggi in Italia si contano 650mila migranti di cui solo il 5% ha diritto a restare perché rifugiati. Gli altri rappresentano una bomba sociale pronta a esplodere, vivono di espedienti e di reati”. Lo dice il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi intervistato al Tg5, così riporta il sito on line di Tgcom24 del 5 febbraio. Chissà che cosa diranno di questa presa di posizione quelli che per dividere Silvio Berlusconi da Matteo Salvini, hanno finito anche per disseppellire qualche vera e propria mummia.
Quei maledetti populisti tedeschi adesso potranno mettere i loro sporchi nasacci nei conti di Frau Merkel. “An MP for the far-right Alternative for Germany has been elected chairman of the German Bundestag’s powerful budget committee, in a significant coup for the populist party” Guy Chazan sul Financial Times del 31 gennaio spiega come presidente del potente comitato di sorveglianza del Bundestag sul bilancio dello Stato sarà un parlamentare di Alternative für Deutschland, l’economista Peter Boehringer. AfD, con l’Spd al governo, rappresenta la minoranza più consistente, quella che appunto ha diritto alla presidenza della strategica commissione sul Bilancio dello Stato. Pare di sentire già tutti i lamenti degli elitisti a cui viene l’orticaria se qualcuno non politicamente approvato da loro si mette a controllare i conti dei loro amichetti, giudicabili solo da istanze culturalmente superiori non da parlamentari espressione di “pezzenti”. Visto che Angela Merkel proviene dalla Ddr, potrebbe ricordarsi del suggerimento che Bertolt Brecht dava ai comunisti al potere a Pankow, di fronte a un’ondata di scioperi operai. Non segue gli ordini del partito? Provate dunque a “sciogliere il popolo”.
Quell’implicito sconcerto del direttore della Stampa. “Recep Tayyip Erdogan bussa alle porte dell’Europa, guarda al Papa per un’iniziativa su Gerusalemme e combatte senza tregua i nemici della Turchia, a cominciare dall’Afrin siriano” così scrive Maurizio Molinari su La Stampa del 4 febbraio e nell’inizio stesso del suo articolo (che precede una lunga intervista al presidente della Turchia ) da cui è tratta la frase citata, si legge un implicito sconcerto del direttore del quotidiano torinese. Uno sconcerto che esplicitamente condivido in pieno.