Tra contraltari e richiami è l’ora di un predellino 2

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Tra contraltari e richiami è l’ora di un predellino 2

06 Luglio 2010

Ancora qualche giorno fa, un certo Filippo Rossi, assurto alle cronache da qualche mese quale editorialista dei finiani, e portavoce di coloro che hanno deciso di dar fiato ai malumori di un ex fascista sdoganato ormai vent’anni fa e oggi presidente della Camera, ci parlava dello “sconforto contagioso” di un berlusconiano deluso dal Caimano affamato e accecato dai suoi propri interessi.

Non è la prima volta che il nostro si traveste da oracolo, egli infatti ormai da mesi, preso da un’evidente sindrome di onnipotenza, discetta di tutto da Balottelli, alla Germania multicolor ai cinepanettoni. In attesa del parere di Rossi sulla calura estiva, continuiamo purtroppo a sorbirci la lezioncina settimanale sui berlusconiani beceri e yes men, che sguazzano nell’illegalità e toccano il culo alle veline, imitando il loro Cesare Sinceramente non se ne può più! Non ne posso più dello scribacchino finiano, così come del suo mentore ispiratore, del contraltare che ogni giorno mi tocca sentire su ogni cosa, da coloro che mi fanno quotidianamente la morale su questo e su quello.

Qualcuno dovrà pur dirlo che abbiamo un Presidente della Camera che invece di, come sarebbe suo dovere, semplicemente gestire l’iter parlamentare delle leggi, pretende ogni giorno di determinarne i contenuti, che perennemente puntualizza e rintuzza ogni provvedimento del Governo adducendo la necessità di un pluralismo, che lui, non ha mai praticato. 

Ma che ci fa questo qui nel PdL: lo definì “una comica finale” ancor prima della nascita, per poi entrarci di malavoglia solo per guadagnarsi lo scranno di Montecitorio. Un signore che si rimangia ogni giorno la sua storia politica e dimentica il programma elettorale con cui è stato eletto, essendo in evidente minoranza all’interno del PdL, dovrebbe trarre, da solo, le proprie conclusioni, se ne è capace.   

Quanto ancora bisogna aspettare per ripulire il PdL da questi oracoli saccenti, non è più il tempo delle colombe. A colpi di fiducia si voti questa benedetta legge sulle intercettazioni, le leggi si fanno in Parlmento, non al Quirinale.

Si voti la manovra così com’è e se qualche cialtrone incompetente non è in grado di cancellare gli sprechi e gestire a dovere la propria regione, si dimetta e lasci il posto a chi lo sa fare.

Si faccia questa, fin troppo annunciata, riforma della giustizia, si osi finalmente, e se per caso gli sdoganati riuscissero nel loro terroristico intento di rovesciare il verdetto inequivocabile degli elettori, si torni alle urne.

Qualcuno dice che il colle più alto lo impedirebbe, per favorire un governo delle larghe intese o di salute pubblica: allora, signori, sarebbe giunto il tempo di buttar fuori dalle piazze quei quattro gatti vestiti di viola e andarci noi beceri berlusconiani. Saremmo milioni, si faccia attenzione.