Tra ‘grande bonaccia’ e nuove perturbazioni, Quagliariello rilegge Calvino e la politica italiana
09 Gennaio 2023
Per descrivere la situazione politica attuale, Gaetano Quagliariello cita il Calvino de “La gran bonaccia delle Antille”. In un corsivo pubblicato sulla GdM, l’ex ministro delle riforme scrive che una “gran bonaccia” è “tornata a spirare sulla politica italiana”. Questa stasi però, almeno per il momento, sembra avere un effetto positivo. Se qualcuno nel passaggio da Draghi a Meloni si attendeva “una recrudescenza dello scontro politico, con mobilitazioni delle piazze e tentativi di delegittimazione,” infatti, è rimasto deluso.
Fino ad ora, aggiunge Quagliariello “abbiamo assistito a una transizione dolce, con una prevalenza dei tratti di continuità sugli elementi di rottura confinati perlopiù al piano delle ‘sovrastrutture’. Insomma, su quelli che sono i punti qualificanti di un programma di governo in questo particolare frangente storico – politica estera ed economia – il governo Meloni, diciamo la verità , ha fatto su per giù quello che possiamo immaginare avrebbe fatto il governo Draghi”. Quagliariello individua due eventi in grado di provocare “nuove perturbazioni”, le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia ed il congresso del Pd.
Nel primo caso, la questione non riguarda tanto il risultato, la maggioranza di centrodestra dovrebbe avere vita facile, bensì la evoluzione nei rapporti di forza del centrodestra. “Se infatti la tendenza alla fagocitazione di Lega e Forza Italia da parte del partito di Giorgia Meloni – manifestatasi nelle elezioni legislative di settembre e poi rafforzata dai sondaggi – dovesse confermarsi, ci si dovrà aspettare due possibili reazioni, fra loro alternative ma entrambe destinate a turbare lo status quo. Lega e Forza Italia, prima che sia troppo tardi, potrebbero aprire all’ipotesi del partito unico del centro-destra, oppure potrebbero ritenersi costrette ad alzare il livello della conflittualità interna alla maggioranza. Per il governo, in questo caso, la navigazione non sarebbe più tranquilla”.
Quagliariello guarda poi al Congresso Dem. Anche in questo caso, il candidato Bonaccini sembra avviarsi a una affermazione politica senza troppi contrasti. “Non è chiaro se la nuova guida del partito che da sempre è stato il pivot dello schieramento di centro-sinistra riuscirà a esercitare un’egemonia – intesa in senso gramsciano – con l’effetto di ricomporre le membra sparse dell’attuale opposizione. Se questo avverrà la partita politica si riaprirà , le elezioni per la guida di città e regioni non risulteranno più scontate in partenza e l’elettore potrà eventualmente considerare un’alternativa all’attuale maggioranza. Se invece congresso e nuovo segretario non saranno in grado di determinare questa prospettiva, assisteremo al protrarsi di un estenuante braccio di ferro tra Pd e 5 Stelle”.
In questo scenario, secondo Quagliariello, il Terzo Polo “sarà costretto ad abbandonare la posizione di attesa fin qui intelligentemente assunta con la scelta di aprire al dialogo col governo e col suo Premier senza però manifestare la minima disponibilità a un eventuale coinvolgimento in maggioranza”. Quagliariello chiude il ragionamento tornando al racconto calviniano, mettendo in guardia dalla ipotesi che siano eventuali scelte sbagliate del governo, “in campo economico, della sicurezza, della politica estera e chi più ne ha più ne metta”, a provocare una tempesta.
“Il vento quando inizia a soffiare deve trovare vele pronte ad accoglierlo e a correre più veloci. Sennò si fa la fine della flotta comunista descrittaci da Calvino di fronte ai ‘galeoni papisti’ , che nella metafora del racconto rappresentavano la Democrazia cristiana: ci si impantana. Così il sistema si blocca e questo, indipendentemente da come la si pensi e per chi si parteggi, per il Paese non è mai una buona cosa”.