Tra polemiche e star, alla Scala va di scena Richard Wagner

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Tra polemiche e star, alla Scala va di scena Richard Wagner

09 Dicembre 2007

Le stagioni liriche del San Carlo di Napoli e
della Scala di Milano sono stati inaugurate da due opere di Richard Wagner:
rispettivamente “Parsifal” il 2 dicembre e  “Tristan und Isolde” il 7 dicembre. Ambedue le
inaugurazioni sono state precedute da tormentoni. Il San Carlo è in una
situazione di debito (rispetto al patrimonio) ed indebitamento aggiuntivo annuo
che in base alla normativa in vigore richiederebbe la messa in liquidazione
della pertinente fondazione; la legge finanziaria contiene un articolo per
dargli (a spese dei contribuenti) una ciambella di salvataggio- ciò che gli
economisti chiamano “azzardo morale” (ossia come premiare il figlio che ne fa
di tutti i colori riducendo la “paghetta” a suo fratello che, invece, la spende
oculatamente e con fatica). Non sono andato all’inaugurazione del San Carlo, la
prima volta in oltre tre lustri perché non accreditato. Pare che gli accrediti
siano stati distribuiti con criteri di appartenenza politica e di visibilità
televisiva. Mi si dice – ma non so se è vero – che dopo il primo atto, scoprendo
di stare ad assistere una “sacra rappresentazione per la scena” (secondo la
definizione di Wagner in persona), molte veline & Co. se ne siano andate a
cena lasciando file intere vuote al secondo e terzo atto. Se l’informazione
corrisponde a verità si tratterebbe di un ulteriore esempio della sinistra di
malgoverno che spadroneggia alla Regione, alla Provincia ed al Comune.  Ho preferito gustare una “Lucia” a basso costo
prodotta da cinque teatri “di tradizione” ed in via di esportazione verso
Belgrado, Baltimora ed Astanà – un modo intelligente di utilizzare i denari
pubblici.

L’inaugurazione
della Scala è stata in forse sino a quasi all’ultimo minuto. Un cavillo
giuridico (Sant’Ambrogio è festa e, quindi, non conta nelle 72 ore obbligatorie
per i preavvisi in materia di sciopero) e venti professori d’orchestra (si era
giunto un lauto accordo con le maestranze ed il resto dell’orchestra) ha tenuto
la suspense sino al primo pomeriggio della giornata dell’inaugurazione. La Scala – si è scritto – ha
impegnato somme ingenti per la propria ristrutturazione ma è adesso sulla
strada del risanamento finanziario. Il consuntivo 2006 ha chiuso in attivo e
lo stock di debito è relativamente basso a ragione dei forti contributi (anche
di privati) per la ristrutturazione. Mentre il San Carlo propone un cartellone
2007-2008 rachitico (a ragione della gravissima situazione finanziaria), quello
della Scala è ricco di ricco di titoli e di novità : promette oltre 300
rappresentazioni per più di 450.000 spettatori, oltre a programmi direttamente
rivolti a giovani ed anziani, co-produzioni con i maggiori teatri lirici
internazionali ed ampio uso della tecnologia digitale per “dirette” in alcuni
grandi teatri ed una cinquantina di piccole sale (il circuito microcinema)
sparpagliate per la
Penisola.

Le
due inaugurazioni con opere di Wagner pongono seri problemi. Mi considero
wagneriano dall’adolescenza e viaggio anche in posti lontani per seguire le
esecuzioni, soprattutto le nuove produzioni, delle sue opere. I lavori di
Wagner però sono, in generale, lunghi e richiedono sempre una profonda
preparazione. “Parsifal”, il suo ultimo lavoro, gli costò circa 30 anni di
fatiche, filosofiche e religiose oltre che musicali. Per sua volontà, si
sarebbe dovuta rappresentare solo a Bayreuth a ragione del carattere “sacro” dei
tratti, un inno alla Fede dell’Alto in cui il cristianesimo luterano sempre
presente in Wagner si fonde con il buddismo. Senza preparazione non si riesce a
gustare Wagner. E si cade nel ridicolo. Alcuni anni fa ad una prima scaligera
(un “Parsifal