Trucchi e misteri dell’inchiesta di Trani

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Trucchi e misteri dell’inchiesta di Trani

15 Marzo 2010

 

Lo scopo è raggiunto. Come in tutte le inchieste giudiziarie “bolla di sapone”, destinate a finire nel cestino della carta straccia, anche quella pre-elettorale di Trani, che vede oggi coinvolti il premier Silvio Berlusconi, il membro della Agcom Giancarlo Innocenzi e il direttore del TG1 Augusto Minzolini, occupa da giorni le prime pagine dei giornali. Ripetiamo, lo scopo è raggiunto. Gli sviluppi futuri dell’inchiesta non hanno rilevanza. Ma una facile previsione ci fa pensare che le imputazioni di concussione si squaglieranno come neve al sole.

Tanto per cominciare i punti cardine delle indagini presentano una serie di gravi anomalie.

1-    La competenza territoriale è molto incerta. L’inchiesta infatti si basa, come al solito, non su un faticoso lavoro di indagine ( ma come sono diventati pigri questi Pubblici ministeri ) degli inquirenti, ma su intercettazioni telefoniche di conversazioni tra persone residenti a Roma, non a Trani. La legge impone, come ha giustamente rilevato il ministro Angelino Alfano che ha inviato nella cittadina pugliese gli ispettori, che gli atti vengano immediatamente inviati nella capitale.

2-    Con il solito “trucchetto” di magistrati che si credono furbi, Giancarlo Innocenzi prima di essere indagato ( ma quando c’erano già gli elementi perché lo fosse ) è stato interrogato come persona informata sui fatti, cioè come testimone. Il che significa che non ha fruito del diritto a essere accompagnato dal difensore e che era obbligato ( al contrario degli indagati ) a dire la verità. Se i magistrati ritengono, come pare, che Innocenzi abbia mentito e pensano, incriminandolo per false dichiarazioni al Pm, di radicare la competenza a Trani, dove è avvenuto l’interrogatorio, beh, questo è un truccaccio di cui si dovrebbero solo vergognare.

3-    Altro “trucco”, quello di intercettare le conversazioni dei parlamentari pur sapendo che è rigorosamente vietato dalla legge in assenza dell’autorizzazione della Camera di appartenenza. Il “trucco”, già usato e abusato negli anni novanta, consiste nell’intercettare una persona vicina al deputato o senatore. Prima o poi la voce del parlamentare verrà beccata. Così in questi giorni i mezzi di comunicazione possono strillare che il premier Silvio Berlusconi è stato intercettato 18 volte. Si, ma da magistrati che non potevano farlo.

4-    Con tutto il rispetto dovuto al Procuratore capo di Trani, mi vien da ripetergli la famosa frase di Totò ( “ma mi faccia il piacere!” ) quando dice che indagherà sulla fuga di notizie. Mai, e sottolineo mai, in Italia è stato incriminato qualcuno per violazione del segreto investigativo. Posso però testimoniare, da ex cronista giudiziaria, che a me le notizie, a Milano come a Roma, le hanno sempre date i magistrati. Qualche volta ci pensano le forze dell’ordine.

5-    Veniamo dunque all’imputazione. La concussione, prevista dall’articolo 317 del codice penale, riguarda il Pubblico ufficiale che costringe qualcuno a dargli denaro o “altra utilità”. Dunque Berlusconi, Innocenzi e forse Minzolini ( di cui è dubbia la qualifica di Pubblico ufficiale ) avrebbero costretto qualcuno a dar loro soldi o qualcosa d’altro, come a esempio orologi preziosi o brillanti o monete d’oro. I tre sarebbero dunque dei corrotti concussori. E chi sarebbero i concussi? Qualche dirigente della Rai che aveva il compito di azzerare Annozero, la trasmissione di Michele Santoro? Ma mi faccia in piacere!

In conclusione però tutto ciò sembra avere poca importanza, visto che lo scopo del solito circo mediatico-.giudiziario è raggiunto e sui media non si parla d’altro. E intanto  il Parlamento non ha ancora pensato a una dignitosa legge sulla responsabilità dei magistrati. Che intanto non pagano mai, nemmeno quando usano a piene mani i loro “trucchi” e trucchetti.

P.S. Quattro sostituti più il procuratore capo a occuparsi delle telefonate di Berlusconi. Ma in Puglia non c’è un po’ di criminalità organizzata cui la magistratura farebbe bene a dedicare i propri sforzi?

Tiziana Maiolo