Turchia, guerriglia a Piazza Taksim. Erdogan si allontana dall’Europa

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Turchia, guerriglia a Piazza Taksim. Erdogan si allontana dall’Europa

11 Giugno 2013

Recep Tayyip Erdogan aveva promesso tolleranza zero e la polizia lo ha preso in parola usando il pugno di ferro per sgombrare piazza Taksim. E nella piazza della rivolta ormai è guerriglia tra gli agenti e i manifestanti. E’ il dodicesimo giorno di protesta continua in Turchia, in una schermaglia di cariche della polizia e reazione di chi protesta. Erdogan aveva definito la rivolta "un episodio finito", rassicurando il suo Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp) e almeno 70 avvocati-attivisti che sostengono i dimostranti sono stati arrestati. "Il 95% dei manifestanti di piazza Taksim", ha incalzato, "non conosceva neanche la piazza prima" delle proteste. "L’abbattimento degli alberi sulla piazza, la miccia che aveva innescato la protesta poi degenerata in una rivolta contro il governo, andra’ avanti secondo i piani, ha confermato il premier, ma gli alberi verranno ripiantati altrove". Proviamo ad approfondire perché il pugno duro di Erdogan allontana la Turchia dall’Europa.

I recenti sviluppi in Turchia fanno tornare questo paese dell’Asia Minore al centro dell’attenzione Internazionale. Le proteste anti-governative e il pugno di ferro di Erdogan mostrano un quadro nel complesso preoccupante. La Turchia di oggi si mostra distante anni luce dal modello Europeo. Il paese in cui il "regime" regna con arroganza e cerca di soffocare con la forza ogni tipo di dissenso non può avere alcuna pretesa. Basta dare un’occhiata veloce verso la protesta ad Istanbul ed Ankara per intravedere un modus operandi di stampo autoritario del partito di Erdogan che tra l’altro governa da quasi un decennio. Diventa così interessante fare un punto della situazione e analizzare l’identità della Turchia odierna.

Più si osserva la Turchia di Erdogan più si percepisce la sua particolarità, l’imprevedibilità e la sua complessità. Soprattutto, la necessità di decifrare la sua vera identità politica, rimane d’importanza primaria… Gli europei hanno bisogno di poter contare sulla sicurezza e sull’affidabilità di questo paese poiché partner importante dell’Occidente e della Nato. Tanto per essere chiari, le ambizioni dichiarate di Erdogan, non coincidono con le sue azioni quotidiane. Le sue aspirazioni per la Comunità Europea, se fossero realistiche, rimangono appunto solo delle aspirazioni, senza che esse siano accompagnate da passi concreti in questa direzione.

La Turchia oggi è più lontana che mai dall’Europa e dai suoi valori base. Mentre tra la popolazione turca c’è una parte rilevante di elettori che vorrebbe vedere il proprio paese continuare la strada disegnata da Ataturk che insegue il cammino verso  democratizzazione, il governo di questi ultimi anni ha avuto un’agenda assai differente. La  maggiore islamizzazione dello stato turco e la relativa indecifrabilità della sua politica estera a lungo termine, hanno creato forti punti interrogativi sulla sua affidabilità come partner Nato, con cui dovrebbeinvece condividere le politichee i valori .

Molto spesso la Turchia ha messo in imbarazzo i piani della Nato, soprattutto, nei confronti del Medioriente e del Nord Africa, causando serie crisi all’interno dell’Alleanza. Alcuni analisti politici europei si chiedono se Ankara abbia realmente l’intenzione di avviare delle riforme strutturali nel paese come chiede l’Europa. I politici turchi sanno bene che gli standard attuali della Turchia non consentono  prospettive reali verso la maggiore integrazione con l’UE. Anzi, se non fosse già membro, con gli standard odierni, essa non riuscirebbe neanche a rispettare i requisiti minimi per l’adesione alla Nato…

Una parte della politica, delle leggi, del sistema penitenziario, del sistema giudiziario, accompagnati dalla mancanza di una seria lotta alla corruzione dilagante e della legalità in generale, necessitano un lavoro serio, peraltro sollecitati molte volte dalla stessa Europa…. Le ambizioni personali di Erdogan stanno guidando il paese verso una direzione complicata. La voglia di maggior protagonismo e le posizioni della Turchia spesso in conflitto con la politica estera dell’Unione Europea non lasciano spazio ai dubbi.

La Turchia non pensa come noi e c’è bisogno di un chiarimento serio per poter meglio definire la futura matrice per la cooperazione tra Ankara e le altre capitali Europee. Certamente le richieste insistenti della Turchia per l’adesione quasi lampo all’UE non possono che sconcertare. Il gruppo dirigente del paese dovrebbe sapere bene quali siano le reali condizioni del paese. Inoltre, diversamente da quanto sostenuto da alcuni politici europei, non è detto che una futura ed eventuale adesione della Turchia (anche se molto improbabile…) porti fattori positivi per la stessa UE.

Tanto per fare un esempio semplice, basta prendere in considerazione le attuali complessità della comunità e le diversità di posizioni spesso inconciliabili tra gli stessi stati membri, per poter immaginare uno scenario futuro… La Turchia porterebbe un’ennesima (la quarta) corrente ribelle a Bruxelles, con tutte le sue posizioni contrastanti rispetto ai numerosi temi dell’Unione. Tale aggiunta sarebbe in grado di paralizzare del tutto il già precario funzionamento della stessa. Come abbiamo detto più volte, ci sono numerosi punti interrogativi su cui la Turchia debba rispondere con serietà. Osservando gli sviluppi futuri della crisi politica in Turchia riusciremo a intravedere alcune sfumature importanti che dovranno determinare la nostra posizione futura.