Tutte le volte in cui capita qualcosa di sorprendente per nessun motivo
09 Novembre 2008
Il tutto parte da un inghippo, da una scoperta sorprendente quanto tardiva. Il protagonista è un signore che sta tirando i remi in barca. E’ alla soglia dei sessanta. Alle spalle, un’esistenza piuttosto ben vissuta, ora è giunto il momento del sospirato buen ritiro. L’azienda di famiglia lasciata in gestione a dei figlioli avveduti, è quindi il tempo del libero corso ai propri hobby. “Antonio”, scrive Marco Vichi, autore di “Per nessun motivo”, in uscita per i tipi di Rizzoli, “era seduto davanti al bancone del suo laboratorio, ricavato nel vecchio fienile accanto alla colonica. Uno stanzone con tutti gli utensili possibili dove passava intere giornate a costruire modelli di navi, copiando le figurine dei libri…Faceva tutto da solo, dal primo all’ultimo pezzo. Ogni volta che finiva una nave chiamava sua moglie per fargliela ammirare, anche se a lei non sembravano fare un grande effetto. Al massimo gli concedeva un sorriso frettoloso, come si fa con ragazzino che ha finito i compiti. Un ragazzino di cinquantanove anni”.
Ma a infrangere tanto ordine spunta un segreto. Una lettera inviata molti anni addietro in cui quella che era la fidanzata parigina, Christine, gli faceva sapere di essere in dolce attesa. La vecchia missiva della lei si concludeva così. “… Quando il tuo amore per me era finito e te ne sei andato da Parigi, ero decisa a non disturbarti più. Non è da me rincorrere un uomo che non mi vuole. Ma dopo qualche settimana mi sono accorta di essere…”.
La fidanzata, poi moglie italiana, però l’aveva intercettato, guardandosi bene dal recapitargliela. Ora, quelle parole esplosive erano, improvvisamente quanto casualmente, tornate in superficie. All’effetto sorpresa segue però una pronta reazione. Il cinquantanovenne un po’ fuori corso decide di partire per la Francia per incontrare il misterioso rampollo. Se la decisione è pronta, le emozioni sono a ruota libera: “Una figlia. Adesso doveva avere più o meno venticinque anni. Aveva una figlia e non lo aveva mai saputo. Non riusciva a capire cosa provasse. Il suo umore cambiava di continuo, come quando era bambino. Gli sembrava di essere in un tunnel dell’orrore del luna park, dove ogni secondo c’è un mostro in agguato. Aveva sempre desiderato avere una bambina. Invece gli erano toccati due figli maschi. Due angeli, per carità. Però maschi. Chissà come si sarebbe sentito se avesse letto quella lettera venticinque anni prima. Non riusciva a immaginarselo”.
Giunto nella capitale francese, si mette sulle tracce della figlia mai conosciuta e forse perduta per sempre. Antonio è tuttavia sul pezzo. Aggancia Corinne, la figlia supposta, mentre scopre che Christine, la ex, è nel frattempo deceduta.
Gli incontri fra due sono uno straordinario fritto misto di tensione, seduzione, imbarazzo. Ovviamente Corinne non è semplicemente una bellezza (“Nessuna di quelle donne era bella come Corinne. Come si sarebbe sentito se sua figlia fosse stata brutta?”), ma ha dalla sua molte altre attrattive. La conoscenza si fa rapidamente stretta. Sin troppo, sin troppo stretta. Antonio però non osa superare un certo limite. Non dice la verità sui perché del suo interesse verso la giovane transalpina. Intanto, quella che pensa essere la sua figliola prova qualcosa nei suoi confronti che va oltre la semplice curiosità o l’amicizia. I due si inseguono, si frequentano, rompono. Il finale è a sorpresa, spariglia le carte, vale la lettura del romanzo. Da un buon facitore di fiction di genere, Marco Vichi ha alle spalle un’ottima carriera di giallista e sa tenere col fiato sospeso il lettore sino alle ultime battute.
Marco Vichi, “Per nessun motivo” Rizzoli, pagine 196, euro