Tutto casa e terrore. La vita quotidiana di Osama Bin Laden
12 Maggio 2011
Un harem ben fornito e tanti figli: questa la "normale vita quotidiana" del terrorista più ricercato al mondo”. Sono trascorsi ormai 10 giorni da quando Osama Bin Laden è stato ucciso nel blitz dei Navy Seals ad Abbottabad. Passata l’ondata iniziale di euforia e di soddisfazione per il raggiungimento di questo fondamentale obiettivo della lotta al terrorismo internazionale, si cominciano ora a passare al setaccio tutte le informazioni che il bunker dove viveva Bin Laden, e le persone che erano lì con lui, sono in grado di offrire agli investigatori.
Il capo di Al Qaeda risiedeva nel compound insieme a 3 delle sue 5 mogli e a una dozzina di bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni. Solo uno dei suoi figli maggiorenni viveva lì, Khalid, ucciso anche lui nella notte del blitz. Dalle prime indiscrezioni trapelate a poche ore dall’accaduto pareva fosse rimasto ucciso anche un altro dei suoi figli, il ventenne Hamza, che risiedeva in un appartamento a 20 km da Islamabad. Questa notizia è stata però smentita. Secondo quanto affermato da Peter Bergen, suo biografo ufficiale, Osama avrebbe addirittura tra i 20 e i 24 figli. Alcuni di loro adesso minacciano, come scritto in un messaggio pubblicato dal NY Times, azioni legali nei confronti del Presidente Obama, ritenuto responsabile per la morte del padre. Omar Bin Laden, firmatario del messaggio, contesta il fatto che il padre sia stato ucciso quando era disarmato, senza essere stato sottoposto a processo, violando dunque tutte le leggi di diritto internazionale. Si contesta inoltre la scelta di gettare il cadavere in mare, non rispettando il credo religioso della vittima, che prevede che il corpo sia deposto a contatto con la terra.
Nel bunker vivevano anche altri due uomini adulti, Arshad Khan al Kuwaiti e Tareq Khan, fratelli o forse cugini, che possono essere considerati gli occhi e le orecchie di Bin Laden che, vivendo segregato, si serviva di questi due "insospettabili" per restare informato su come procedeva la vita lì fuori. Anche loro sono rimasti uccisi nel blitz condotto dai soldati americani. Si sono salvate invece le tre mogli di Bin Laden che sono state arrestate e condotte dai servizi segreti pakistani in un “luogo sicuro”. Se diamo ascolto alle ultime notizie, il Pakistan si è impegnato a condividere con i servizi segreti americani le informazioni che otterrà dalle tre donne. La più giovane, Amal Ahamed Al Sadah, 27 anni, sembra abbia già fatto qualche rivelazione dichiarando che Bin Laden viveva nel complesso di Abbottabad da circa sei anni, e che prima di trasferirsi lì aveva vissuto per due anni e mezzo in un villaggio nel vicino distretto di Haripur. Amal, che si dice fosse la preferita all’interno dell’harem sotterraneo di Osama. Se queste donne dovessero decidere di vuotare effettivamente il sacco, sarebbero di certo una vera miniera di informazioni.
Quello che emerge dalle indagini, ripensando agli ultimi anni della vita di Osama, è uno strano quadretto familiare, una sorta di normalità forzata e routine famigliare in cui il re del terrorismo internazionale si tingeva la barba grigia, giocava con i suoi pargoletti, mettendo a punto qualche video da diffondere il rete per la jihad. Ogni tanto, passava anche a trovarlo uno dei suoi compagni e amici, come quell’ Umar Petek, una delle menti dell’attentato alla discoteca di Bali nel 2002 dove morirono 202 persone. Come dire, Osama era tutto casa e terrore.