Ue, quella diga olandese che si contrappone all’integrazione targata Merkel-Macron
09 Marzo 2018
Quella diga olandese che si contrappone all’ondata carolingia. “Dutch Prime Minister Mark Rutte on Friday rejected the notion that the European Union is on an inevitable path towards greater political integration after Britain leaves next year, and he called for a narrower focus on projects with an economic playoff”. Thomas Escritt sulla Reuters del 2 marzo scrive come l’olandese Rutte, a cui poi si sono accodati svedesi, danesi, finlandesi, irlandesi, estoni, lituani e lettoni, non gradisce le ricette d’integrazione proposte da Emmanuele Macron e Angela Merkel. L’idea che la politica sia finita e che due abili commercianti possano eurodecidere tutto, non pare avere grandissime prospettive.
Primarie Pd, ci sarà Zingaretti. Pirozzi gli darà una mano anche in questa partita? “’Io ci sarò’. Nicola Zingaretti, rieletto Presidente della Regione Lazio risponde così a Repubblica a proposito delle primarie del Pd aggiungendo, ‘Anche alle primarie, non escludo nulla’” così il sito Globalist del 9 marzo riporta le dichiarazioni del neo eletto presidente del Lazio. E anche alle primarie del Pd Nicola conterà sull’appoggio di Sergio Pirozzi e dei comuni amici imprenditori?
Che serve alla sinistra? Un ragioniere? Un ragionatore? “A Di Maio e Salvini vorrei dire che è cosa tremenda, e difficilissima, firmare carte delicate ogni giorno” dice Giuseppe Sala alla Repubblica dell’8 marzo. Mentre sullo stesso numero del quotidiano di Largo Fochetti Mario Calabresi invita a “Sforzarsi di interpretare la complessità”. E così i republicones lasciano la sinistra in un bel dilemma: passacarte o filosofi? Ragionieri o ragionatori?
Le diagnosi di Cassese sono talvolta interessanti, le sue terapie invece sono generalmente disastrose. “Il popolo ha più fiducia in deleghe temporanee e in un alternarsi delle forze politiche al potere che in un ragionevole gioco maggioranza-opposizione” scrive Sabino Cassese sul Corriere della Sera del 9 marzo. Mi pare che il noto giurista individui una delle caratteristiche essenziali per comprendere perché il nostro sistema politico è in costante fibrillazione: la destabilizzazione delle forze politiche fondamentali. Forse dovrebbe riflettere meglio su come si è arrivati a questo risultato: con la sottovalutazione sistematica della rappresentanza, con l’idea del governo delle élite che sostituisce il mandato popolare, di poteri sovranazionali che condizionano certi Stati dell’Unione e non altri, con le scemenze sui partiti della nazione e sugli accordi tra moderati di destra e sinistra che avrebbero svuotato di senso il voto. Tutte scelte sostanzialmente sostenute da Cassese che magari dovrebbe invece leggersi sul New York Times dell’8 marzo la lucida analisi di una professoressa di Cambridge (Usa) Helen Thompson per spiegarsi l’esplosione grillina “In the 2013 election — the first after Mr. Monti was installed as prime minister at Germany’s insistence — the Five Star Movement, which presents the entire Italian political class as undemocratic and corrupt, took the single largest share of the vote. It had only formed four years earlier”.. Nel 2013 nel primo voto politico da quando era stato formato il governo Monti per insistenza della Germania, i grillini divennero il partito più votato, a quattro anni dalla loro formazione.