Un “non lo so” può essere un fardello duro da portare
30 Agosto 2011
– Inizierò dalla fine: la lettera è sparita perché finiva col dire che l’assessore doveva parlare con Mendo. Ricordi come finisce la parte della lettera che è rimasta?
– Sì: “In questo momento sarebbe la fine con uno scandalo. Domane parlerò con…”. Giusto?
– Non proprio. Per la precisione dice: “In questo momento uno scandalo sarebbe la fine. Domani parlerò con…”. Lui temeva uno scandalo perché poi i giornalisti si sarebbero avventati su di lui: avrebbero interrogato i dipendenti, lui sarebbe finito nel fango, qualcuno avrebbe potuto dire che sospettava questo o quello e tutto sarebbe andato a puttane. Massimiliano aveva capito che la faccenda era pericolosa. Ricordi che ti dissi che dipendeva dalla droga? Era abituato ad avere a che fare con tipi come Mendo tutti i giorni e sapeva che era pericoloso sfidarli.
– Mi hai detto che ti ha mandato il pezzo di una tragedia perché era un appassionato di teatro.
– Proprio così. Riguardo al primo chiarimento che mi hai chiesto, non me la sento di dire niente con certezza, ma avrei un’ideuzza. Però bisognerebbe verificarla.
– Ti posso essere utile?
– Potresti procurarti con una certa velocità un mandato di perquisizione per la casa di Delusse.
– Posso sapere perché?
– Non me la sento di dire niente, ma inizio a credere che quello che è scomparso non fosse propriamente uno specchio. In fin dei conti l’assessore poteva anche servirsi di uno specchio più piccolo che poteva stare tranquillamente in un cassetto. Penso che non fosse uno specchio, ma una “lettera d’addio”.
– Una lettera d’addio? Avanti, dimmi tutto: sono troppo curiosa.
Pensai bene che quella curiosità avrebbe funto da stimolo per ottenere al più presto il mandato:
– Quando otterrai il mandato di perquisizione lo vedrai coi tuoi begli occhioni a cosa mi riferisco.
– E va bene. Non mi hai ancora spiegato come mai la finestra a casa di Massimiliano era aperta.
– Dunque, se ben ricordi, appurammo che lo scarto fra la scoperta del corpo di Max e il suicidio dell’assessore, era di un quarto d’ora. Abbiamo anche ipotizzato che solo l’assassino poteva essere stato in quanto era impossibile che l’assessore l’avesse saputo per vie ufficiali con questo tempismo alla Flash Gordon. La finestra sono sicuro di averla richiusa e non è possibile che mi sia sbagliato di tanto. È ovvio che la finestra è stata riaperta da qualcuno che era in casa con me: l’assassino di Massimiliano.
– Ma non era più semplice ucciderti?
– Molto probabilmente aveva ricevuto degli ordini tassativi di uccidere solo Massimiliano senza fare altri casini. Non esito a credere che fosse acquattato sotto il letto e che sia sgusciato fuori quando sono andato nell’altra stanza a chiamare la polizia. Senza ombra di dubbio, se non mi fossi allontanato, mi avrebbe ammazzato sul serio. Dopo essere scappato hanno comunicato all’assessore che avevano eliminato Max e che se non voleva fare la stessa fine era meglio abbassare la cresta.
– Per loro deve essere stato un colpo il suicidio dell’assessore: era morto l’uomo che poteva legalizzare i clandestini.
– Ti sbagli. Mi è stato anche detto che la moglie di Calcagni è una donna molto ambiziosa e che vuole occupare a tutti i costi il posto del marito. Guarda caso Tano Mendo si sta per sposare proprio con lei: continueranno il traffico e tutto resterà in famiglia. L’unica cosa che non sono riuscito a capire è se la signora Calcagni sa davvero chi ha accanto.
– Non ti preoccupare per questo: se le tue ipotesi saranno confermate ce ne occuperemo noi quando la interrogheremo. Ma perché avrebbe fatto tutto questo?
– Parlando a quattr’occhi con don Dollaro ho saputo che gli aveva rivelato di voler essere una “donna inconsueta”, che non si sentiva appagata col marito. Sai come sono questo tipo di persone: ricche, annoiate e abbandonate, in questo caso anche sessualmente perché il marito era gay. Senza dubbio, se è complice in tutto questo, lo ha fatto per la noia.
– Ma come può una persona intelligente abbandonare la propria posizione o rischiare di abbandonarla, solo per non annoiarsi?
– Secondo te perché la gente si droga?
– Giusto.
– A questo punto non so cos’altro dirti. Ti consiglio di fare subito le cose che ti ho chiesto: ogni istante è prezioso.
La mia amica stava per uscire di casa quando un’idea le serpeggiò nel cervello come una vipera nell’erba:
– Ma se Tano Mendo non è morto, chi è quello che morto carbonizzato nell’auto?
Per qualche istante si instaurò un silenzio carico di tensione e di paura.
Una paura irrazionale come quando nel cuore della notte sentiamo un rumore provenire da un’altra stanza.
– Ci penserò.
Che altro potevo dirle se non questo? In questa laconica frase si era nascosto (e non lo sapevo ancora) un fardello che mi sarei trascinato tutta quella giornata e tutta la nottata fino alle cinque di mattina.