Un nuovo anno con tanti buoni propositi. E le solite apocalissi
01 Gennaio 2012
Com’è stato il 2011? E’ stato un anno lungo e difficile. Complesso, direi. In realtà è durato tanto quanto gli altri anni, ma è stato un anno molto intenso. Ci sono state morti eccellenti – cinque su tutte: Amy Winehouse, Osama bin Laden, Omar Gheddafi, Steve Jobs e Kim Jong Il – ma anche nascite significative: gli esseri umani sulla terra sono diventati sette miliardi nell’autunno scorso … e siamo destinati, anche, ad aumentare. Ma è stato anche l’anno delle rivoluzioni arabe che nessuno aveva previsto, del ritorno dell’incubo nucleare nel momento in cui in molti volevano investire in questa fonte energetica, della rinascita dei governi tecnici, delle varie crisi – economica, sociale, religiosa, politica e, magari, anche privata. Le parole del 2011 sono spread, rating, tripla A, crescita, eurobond, Fukushima, rivoluzione dei gelsomini, Lampedusa.
Ora, la fine di un anno e l’inizio del nuovo è sempre l’occasione per nuovi e miglior propositi. Per riflettere sull’anno appena trascorso, sulla propria vita, sulla società nella quale viviamo e su come poterla migliorare. Uno stanco rituale, sempre di moda, e puntualmente non rispettato. L’anno che viene, il 2012, sembra essere destinato ad essere quello della riscossa, della svolta, della ripresa: dell’euro, dell’Europa e dell’Italia. Ma se ci pensate bene è sempre così: l’anno che inizia è annunciato sempre come migliore del precedente. Che questo non lo sia quasi mai, è un dato che la nostra mente, ubriacata dai festeggiamenti “capodanneschi”, lo dimentica presto.
Il 2012 è un anno che porta con sé un tratto apocalittico che eccita tanti (troppi) catastrofisti e apocalittici … e, poi, è bisestile, e così anche i superstiziosi hanno il loro argomento da utilizzare nelle conversazioni pubbliche e private. A noi poveri razionalisti non resta che aspettare e dimostrare che non succederà proprio nulla. In ogni caso il 2012 è stato considerato, spesso, come un anno dalle congiunture astrali, si fa per dire, sfavorevoli. Già nella serie televisiva X-Files il 22.12.2012 è il giorno dell’invasione aliena. Altri film hanno sfruttato la cattiva “fama” di quest’anno che sta per iniziare: 2012. L’avvento del male, 2012 Doomsday ed, infine, l’eloquente 2012.
Secondo il calendario dei Maya, poi, il 21 dicembre 2012 sarà l’ultimo giorno del nostro mondo. Anche la mostra del pittore inglese dell’ottocento John Martin, a Londra, dal titolo “Apocalypse” cattura perfettamente le paure collettive e non è sicuramente un caso che l’esposizione duri ancora quindici giorni fino a metà gennaio 2012. Non poteva certo fermarsi all’anonimo 2011. La mente umana si è, dunque, divertita a descrivere scenari apocalittici ed il 2012 è un tema ricorrente. Tutta colpa dei Maya, verrebbe da dire. Ma chissà se poi hanno veramente profetizzato questa fine del mondo. In tutto questo vortice di profezie o pseudo-tali, viene in mente il quadro L’Isola dei morti di Arnold Böcklin: il nostro avvicinamento al 2012 è paragonabile all’inesorabile approdo della piccola barca disegnata da Bocklin a quell’isola tenebrosa.
Considerati queste scenari catastrofici non sappiamo proprio quali possano essere i buoni propositi per un anno che sarà, a quanto pare, il nostro ultimo sulla terra o forse l’ultimo della terra. Ci sarebbe, dunque, ben poco da festeggiare. Ed invece no. Che ci crediate o meno (e speriamo proprio di no), carpe diem, lasciate da parte le pseudo-profezie di catastrofisti, stregoni e superstiziosi … festeggiate e divertitevi. Buon 2012 a tutti, sarà un anno stupendo!