Un Patto per lo Sviluppo dell’Abruzzo è il modo giusto per ripartire
17 Dicembre 2010
E’ troppo facile gridare allo scandalo di fronte ad un provvedimento della Giunta regionale che qualche giorno fa ha aumentato di due centesimi il prezzo della benzina. Soprattutto se si omette di spiegare che questo sacrificio, permetterà alla Regione di recuperare 8 milioni di euro, che serviranno per coprire in parte il rientro del debito sanitario.
E’ ingiusto puntare il dito contro le politiche del rigore intraprese dal governatore Chiodi. Perché nella situazione in cui versa la regione, senza rigore non ci potrà essere crescita. Ed è sbagliato non sottolineare che, seppur timidamente, qualche segnale di ripresa c’è: nei primi nove mesi dell’anno, secondo l’Istat, le esportazioni in Abruzzo hanno compiuto un balzo in avanti, rispetto allo stesso periodo del 2009.
Ciò di cui abbiamo bisogno oggi non è un rimpallo di responsabilità, che come sappiamo, affondano le proprie radici in un passato più o meno lontano, ma di idee nuove e di coesione sociale. Abbiamo bisogno che tutti i soggetti coinvolti, parti sociali, imprenditori, istituzioni, politica, scendano in campo per combattere la stessa battaglia: mettere in condizioni l’Abruzzo di reagire alla crisi.
Finalmente tutto questo è successo. E ad esserne teatro è stato un luogo simbolico: il Consiglio regionale, che nell’ultima riunione, straordinaria, ha segnato un vero e proprio punto di svolta. Vertenza Abruzzo e Patto per lo Sviluppo dell’Abruzzo: sono questi i due passaggi destinati a cambiare il destino della regione e che, se attuati, porteranno dritti a tagliare i tre traguardi sui quali si gioca il futuro dell’Abruzzo: risanare, sviluppare, riformare.
L’Abruzzo, penalizzato dal terremoto e dalla crisi economica, ha dunque avuto ragione a chiedere l’attenzione del governo, soprattutto perché per farlo ha messo a punto un documento condiviso, una sintesi di impegno e di politica, che ha messo insieme, responsabilmente, maggioranza ed opposizione.
L’apertura, nelle settimane scorse, di una Vertenza Abruzzo da parte delle parti sociali, dunque, non solo è stata accolta dalla politica regionale, ma ha già avuto una prima risposta in quel Patto per lo Sviluppo che rappresenta uno dei punti fondamentali del documento unitario sottoscritto dal Consiglio regionale. Un passo importante, che ora culminerà con la richiesta di un incontro con il governo nazionale.
E’ tempo di rimboccarsi le maniche, dunque, e di lavorare. Tutti insieme. Perché il Patto propone un accordo a maglie larghe, tra Regione, parti sociali e datoriali e tutti gli altri soggetti coinvolti che dovranno condividere scelte strategiche e priorità, impegnandosi reciprocamente e responsabilmente a cooperare.
La sfide sono numerose: l’attuazione della zona urbana franca a L’Aquila e della zona a burocrazia zero a Pescara; il reintegro dei fondi Fas; gli Accordi di Programma Quadro (A.P.Q.) attualmente sospesi; la riforma, urgente, della macchina amministrativa; l’avvio delle corrette procedure per l’utilizzo dei fondi comunitari. Ma lista potrebbe allungarsi ancora.
Per questo è imprescindibile allearsi: territorio e istituzioni devono marciare nella stessa direzione; forze sociali e imprese devono puntare allo stesso obiettivo. Solo in questo modo si potrà realizzare un nuovo sistema, più ampio: il “Sistema- Regione” che rappresenta l’unica condizione per tentare di competere nel mutato scenario nazionale.
Promuovere lo sviluppo deve significare promuovere la competitività delle imprese, recuperare il valore della responsabilità, rimuovere le cause di marginalità e ancora, rilanciare la modernizzazione dell’assetto normativo, amministrativo, fiscale; dar vita a nuove infrastrutture e servizi e, a conclusione, valorizzare le competenze e le risorse presenti sul territorio, in nome del principio di sussidiarietà.
Non è una sfida impossibile. Il futuro ci chiama e dovremo essere pronti a rispondere con nuove politiche di innovazione, di aggregazione, di internazionalizzazione, di sostegno all’imprenditoria. Gli strumenti ci sono, e il Patto per lo Sviluppo dell’Abruzzo li indica chiaramente, anche se possono essere riassunti in un’unica parola chiave: concertazione.
Tutti possiamo e dobbiamo avere un ruolo nella ripresa dell’Abruzzo. Condividendo scelte e sacrifici e risultati. Questa è la democrazia.