Una battaglia bipartisan per garantire alle imprese l’accesso al credito

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Una battaglia bipartisan per garantire alle imprese l’accesso al credito

22 Febbraio 2012

La battaglia è bipartisan e vede protagonisti i deputati pugliesi Alfredo Mantovano (Pdl) e Francesco Boccia (Pd): il nodo è nella difficile relazione tra le istituzioni bancarie e i cittadini che fanno impresa, un rapporto ancora più complicato in tempi di profonda crisi economica come questo. A smuovere gli animi e smussare le rispettive appartenenze politiche, è stata la ferma volontà dell’ex sottosegretario all’Interno Mantovano di ripristinare gli Osservatori regionali per il credito e il risparmio, attivati dal governo Berlusconi e che avevano il compito di monitorare il mercato dei mutui e agevolare l’accesso al credito per gli imprenditori. La volontà di eliminare le rigidità del sistema bancario, spina nel fianco della piccola e media imprenditoria, ha fatto sì che Mantovano raccogliesse, fin da subito, sulla sua strada il sostegno di Francesco Boccia ed ottenesse consenso anche dall’Associazione Bancaria Italiana, da Confindustria e dai ministri Cancellieri e Passera. Per stimolare la crescita economica, assorbire la disoccupazione e dare un netto slancio all’economia del Paese, infatti, è condizione necessaria che i flussi finanziari a sostegno delle imprese non si arrestino, creando quell’indesiderabile effetto domino che farebbe peggiorare la congiuntura economica già di per sé preoccupante.

Mantovano ha intrapreso la sua battaglia il 6 febbraio scorso, quando ha inviato una lettera ai Prefetti di ciascuna provincia pugliese chiedendo la riapertura degli Osservatori, esponendo alla massima autorità statale locale le contraddizioni di un sistema finanziario eccessivamente incline a inseguire le onde speculative piuttosto che stimolare la crescita economica collettiva. “Gli operatori economici – ha scritto Mantovano – non comprendono come mai il sistema bancario italiano ha ricevuto complessivamente dalla Banca Centrale Europea, fra l’inizio dell’estate scorsa e la fine del 2011, credito per circa 200 miliardi di euro al tasso dell’1% e lo impieghi esclusivamente per risanare i propri conti e per sottoscrivere titoli del debito pubblico, a tassi che il differenziale con i Bund tedeschi ha fatto arrivare al 6-7 %, lucrando la differenza, mentre le famiglie e le imprese incontrano un accresciuto rigore, spesso non motivato, nella concessione dei mutui”. La denuncia di Mantovano continuava sottolineando come queste rigidità diventassero inflessibili al Sud, tanto da costringere alcuni imprenditori, i più fortunati, a licenziare, altri a chiudere.

L’ultimo governo Berlusconi aveva istituito gli Osservatori per permettere allo stato centrale di accertarsi che gli aiuti concessi alle banche si traducessero in boccate d’ossigeno per i protagonisti della vita economica del Paese, quelle piccole medie imprese che sono il motore dell’Italia. Ora, con la chiusura degli Osservatori, anche gli imprenditori in regola con i passivi rischiano di vedersi bloccare l’accesso al credito diventando vittime sacrificali del sistema bancario e gustose prede dell’usura, cancro della società sempre pronto a colpire le fondamenta dell’economia.

La semplice, quanto efficace, richiesta di Mantovano ha trovato terreno fertile: Francesco Boccia ha sposato la causa ed entrambi hanno incontrato i vertici regionali dell’ABI, aperti anche loro al confronto. In Parlamento è stata proposta, inoltre, la fondazione di un intergruppo parlamentare sull’accesso al credito per studiare soluzioni possibili per il bene del Sud. “Il primo obiettivo da raggiungere – dichiarano – è verificare la realizzazione di un fondo di garanzia, teso alla ristrutturazione delle pendenze debitorie, per lo meno delle imprese per le quali la crisi di liquidità costituisce un fattore momentaneo” per permettere un immediato rilancio dell’attività produttiva.

Ma non è tutto. Il programma è pronto oltre che dettagliato: la prima riunione in programma è a Lecce, il 27 febbraio, durante la quale si getteranno le basi per il lavoro futuro. Un futuro davvero prossimo, che porterà ad un’analisi completa non solo delle reali possibilità di accesso al credito, ma anche dei flussi finanziari che attraversano la Puglia. Tutto questo, tuttavia, dipende del governo Monti: fino a quando l’iniziativa, tutta pugliese, non avrà l’appoggio del Consiglio dei Ministri e gli Osservatori non saranno riaperti e ci sarà solo il tempo di rimpiangere l’occasione persa.