Una piccola ripresa del virus non ferma la Germania: avanti con la Fase 2
02 Maggio 2020
Nel corso delle ultime settimane la Germania si è affermata come punto di riferimento per l’individuazione della via da seguire nella gestione della crisi. Si guarda sempre più a Berlino come il pathfinder che indicherà la successione delle fasi di ritorno alla normalità. Sebbene la decisione di procedere con la riapertura delle scuole avesse suscitato non poche perplessità, l’annuncio del governo tedesco aveva visto una parziale apertura di credito da parte degli osservatori stranieri, rassicurati dalla validità della risposta tedesca alla prima fase dell’emergenza e dalla cautela che aveva caratterizzato l’ultimo discorso di Angela Merkel. Alla luce di queste premesse si comprende quanta preoccupazione abbia suscitato la rapida risalita del fattore R (quello che misura la contagiosità del virus): quell’indicatore, che alla data del 20 aprile si era attestato allo 0,7 ed era servito da base per il passaggio di fase, ha ora toccato la soglia preoccupante di una unità.La questione del passaggio di fase risulta particolarmente problematica per la Germania a causa dell’idea di ripartenza che Angela Merkel ha delineato in quest’ultimo periodo e che si va chiarendo sempre più man mano che passano i giorni.
La Kanzlerin sostiene infatti che la ristrutturazione economica imposta dalla pandemia debba favorire una transizione verso un’economia più verde e più tecnologica. A riprova di questa intenzione basti guardare alle decisioni relative alle misure di sostegno al settore automobilistico: gli incentivi, inizialmente ipotizzati per un cambio di vettura generico, sono stati poi limitati alle autovetture elettriche.Mostrando in questo un grande senso di prospettiva, Merkel cerca di sfruttare l’”occasione” della pandemia per accelerare una serie di cambiamenti che garantirebbero alla Germania una posizione di leader dell’economia mondiale nel prossimo futuro.
Questo però rende il passaggio alla fase 2 ancora più prioritario. Al momento infatti il governo tedesco ha stanziato un pacchetto di sostegno imponente, dell’ordine di 750 miliardi di euro: l’incertezza sta nella possibilità di indirizzare quante più risorse possibili verso transizioni virtuose con ricadute positive sull’intero sistema economico tedesco. In questa prospettiva il prolungamento della fase 1 obbligherebbe a coprire voci di spesa più improduttive e renderebbe più problematica quella distruzione creatrice di tipo schumpeteriano immaginata da Merkel. Il tutto con un crescente ricorso all’indebitamento pubblico che potrebbe suscitare ulteriori allarmi.