Un’immersione in Garfagnana, sulle orme di Pietro da Talada
31 Luglio 2011
Una recente pubblicazione, dal titolo esplicito Pietro da Talada: un pittore del 1400 in Garfagnana (a cura di Normanna Albertini) ha pubblicamente riportato alla luce e alle cronache gli splendori di una artista medioevale totalmente dimenticato. Almeno fino al 1963, quando lo studioso Giuseppe Ardighi lo cita come autore del trittico su fondo oro presente nella chiesa di Santa Maria di Borsigliana, in provincia di Lucca, opera sino ad allora attribuita persino a Gentile da Fabriano o a un pittore di scuola lombarda, facente capo alla scuola del gotico internazionale. Il volume della Normanni non è quindi un semplice testo sulle opere di Pietro da Talada, ma uno studio particolareggiato su ciò che sta dietro, dentro e intorno alle sue opere. Pietro è un pittore che proviene dall’Emilia, precisamente dal villaggio montano di Talada, che, come tutta la Garfagnana, fa parte del Ducato Estense. Il periodo storico e artistico in cui egli lavora è chiamato dal Vasari “la seconda età” dell’arte. Cioè quella della Rinascenza. Eppure, Pietro sposa pienamente lo stile del gotico internazionale, almeno a vedere dalle sue enormi tavole a fondo oro. Su cui padroneggiano le Vergini col Bambino o figure immobili di Santi, elegantemente ricoperte da abiti dai colori intensi ma finemente decorati.
Si ipotizza che il maestro di Borsigliana, questo il suo nome d’arte, venne educato artisticamente prima in ambito reggiano, poi nel territorio toscano, certamente più fertile e stimolante. Uno degli aspetti particolari della cultura del pittore è il suo stile detto anche delle acconciature. Delle sue Madonne, si intende, con una attenzione quasi maniacale verso i particolari dei volti e degli abiti, come per esaltarne la bellezza dei propri soggetti rappresentati. Le pitture di Pietro sono contrassegnate da stilemi tardo gotici che, a una lettura superficiale, paiono fuori luogo, dato che già dal secondo decennio del Quattrocento si andava affermando il Rinascimento.
Eppure, Pietro non è un’eccezione. Lo storico olandese Johan Huizinga (1872-1945) dimostra l’originalità e i caratteri creativi, non solo replicanti, dell’arte gotica di quel periodo. Gentile da Fabriano, così simile a Pietro da Talada, non si limita alla reiterazione del gotico giottesco tradizionale, ma esprime una continua e originale ricerca. Stessa originalità che ritroviamo nelle tavole di Pietro. In quel periodo, inoltre, le piccole corti delle Marche fiorivano di scuole e opere, in feconda relazione con Bologna e Ferrara, capitale del Ducato estense, di cui la Garfagnana era parte. Per farsi una idea dello stile di Pietro, sarebbe bene visitare alcune opere miliari della sua produzione. Intraprendendo un percorso che dalla Garfagnana porta il visitatore a Lucca e poi fino alla piana della Versilia. A cominciare dall’inconfondibile trittico di Borsigliana, con la “Madonna col Bambino tra i Santi Prospero e Nicola”, poi con la “Madonna col Bambino” della chiesa di Santa Maria di Capraia di Pieve Fosciana. Per proseguire con la “Madonna col Bambino”, conservata nel Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca, ma proveniente dalla chiesa di Rocca di Soraggio; infine, la “Madonna Assunta”, fino alla chiesa di Santa Maria Assunta di Stazzema, in Versilia. Talada è stata da sempre riconosciuta come luogo di origine del pittore quando, in un inventario degli inizi del secolo, viene recuperata la precisa descrizione della Madonna del Bambino di Rocca di Soraggio (Sillano), dove compaiono il nome del committente (Joannes Calesbarius) e la firma dell’autore (Hoc opus f… fieri Joannes Calesblarius de Soragio 1463. Et pictus fuit p. me Petrus de Talata).
Di recente, alcune istituzioni pubbliche dei territori qui menzionati hanno finalmente dato vita a un Comitato Scientifico, oggi presieduto da Clementina Soliani, con l’intento di approfondire e valorizzare una volta per tutte, la vita e l’intera produzione pittorica dell’artista. Al comitato hanno aderito da subito i comuni di Piazza al Serchio, di Busana, l’Unione dei comuni dell’alto Appennino reggiano, la Comunità Montana della Garfagnana il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Gli obiettivi e le azioni in cui il progetto è articolato si propongono di realizzare allo stesso tempo una ulteriore valorizzazione della figura di Pietro da Talada e delle sue pregevolissime opere pittoriche, oltre che dei territori in cui il maestro ha vissuto ed operato unendo così i due versanti appenninici dalla valle del Secchia a quella del Serchio. Uno degli obiettivi primari del progetto rimane comunque quello di far conoscere e mettere in luce tutti i luoghi in cui toccati dal maestro durante la sua vita, costruendo così un itinerario artistico e culturale tra i due versanti dell’Appennino che diventerà un vero e proprio percorso turistico dal paese di Talada fino alla Versilia, fruibile da parte del pubblico grazie alla stampa di un depliant in cui saranno riportate tutte le tappe della vita e del lavoro di Pietro da Talada. Con questo progetto si vuole quindi coniugare l’approfondimento dell’aspetto artistico e culturale dell’artista con un’idea di sviluppo turistico che parta proprio dalla valorizzazione delle eccellenze del territorio, puntando a diffondere la conoscenza della figura di Pietro da Talada e dei luoghi in cui si possono ammirare le sue opere – ma anche dei bellissimi paesaggi e beni culturali – a un pubblico più ampio; in tal modo si farebbe in modo d’incrementare l’antico legame tra i due versanti dell’Appennino, in modo da moltiplicare le occasioni di contatto tra le due aree per favorire un flusso turistico nuovo, proprio grazie alla valorizzazione dell’artista, delle sue opere e dei luoghi che le custodiscono.