Uno strano “mercato” di prigionieri regola la diplomazia tra Usa e Russia

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Uno strano “mercato” di prigionieri regola la diplomazia tra Usa e Russia

18 Marzo 2011

Due casi che vedono protagonisti personaggi di primo piano stanno facendo discutere la vasta platea che segue gli affari d’intelligence negli Stati Uniti.

Il primo riguarda l’intervento di un pezzo da novanta come Henry Kissinger nella storia di Jonathan Pollard, l’ex analista della Marina condannato per spionaggio a favore d’Israele ventiquattro anni fa. Il maestro di diplomazia ha chiesto a Obama, unendosi al già direttore della Cia Robert James Woolsey e a George Shultz, il rilascio dello 007 fedifrago, atto che risulterebbe molto gradito al governo guidato da Netanyahu. L’ amministrazione di Washington ci starebbe riflettendo seriamente da alcuni mesi, e con quest’ultimo autorevole parere è possibile che Pollard esca dalle sbarre, con prevedibili alti lamenti delle solite congreghe antiebraiche.

L’altra vicenda, ben più recente e quindi delicata, concerne un presunto scambio di prigionieri che vedrebbe protagonisti nientemeno che Viktor Bout, il famoso mercante d’armi con un passato nel servizio segreto militare russo arrestato nel 2008 in Thailandia per poi essere estradato negli Stati Uniti, e Andrei Klychev, il funzionario di Rosatom recentemente condannato a diciassette anni di reclusione per aver ficcato il naso in modo non troppo discreto nei cassetti riservati dello Stato guidato oggi da Putin e Medvedev. Mosca, alle prese la scorsa settimana con l’ennesimo avvertimento, rivendicato dall’estremismo islamico, diretto contro l’accademia dell’Fsb, avrebbe particolarmente a cuore le sorti di Bout, senza curarsi d’ essere o meno corrisposta.

Sembra bizzarro che gli Usa dopo aver faticato lunghi anni per tenere tra le mani il personaggio che il cinema ha ribattezzato "Lord of war" vogliano sbarazzarsene in tempi brevi, ma le strade della diplomazia sotterranea sono infinite, e questa partita di giro andrebbe ad intersecarsi, come spesso accade in contesti simili, con altre situazioni che coinvolgono gli interessi dei due Paesi.
Per questo, nonostante le smentite rituali, tra qualche tempo, affievolita l’attenzione della stampa, quella che appare come una manovra spericolata potrebbe diventare persino realtà.