Usa, gli intellettuali di sinistra aprono le porte ad Ahmadinejad
21 Settembre 2007
Un portavoce della missione
iraniana alle Nazioni Unite ha dichiarato che il presidente Ahmadinejad non visiterà
Ground Zero. Nel corso del suo viaggio a New York per partecipare all’Assemblea
Generale dell’Onu, Ahmadinejad, a capo di un paese che è uno dei maggiori
sponsor del terrorismo islamico, voleva fare una gita turistica la mattina di lunedì
al World Trade Center, proprio dove quasi tremila innocenti sono stati uccisi
dal peggior attacco terroristico della storia americana. Il sindaco Bloomberg
ha detto che la sua visita sarebbe stata “inopportuna” e che “sarebbe un
oltraggio e non ci aspettiamo che ci si rechi”. Al leader iraniano verrà
fornita protezione perché esiste un accordo con le Nazioni Unite che lo provede.
Poco dopo il capo del Dipartimento di polizia di New York, Ray Kelly, ha
ribadito che non sarà permesso ad Ahmadinejad di recarsi a Ground Zero. Diverse
autorità della città, tra cui i senatori Hillary Clinton e Chuck Schumer, si
sono detti scioccati e oltraggiati dai suoi piani così come molti newyorkesi e
americani.
Eppure, quando in
un’intervista rilasciata al programma televisivo 60 minutes sulla CBS, il
reporter gli ha chiesto se non trovasse offensiva una sua visita al Word Trade
Center, il presidente ha mostrato persino stupore. E quando gli è stato
spiegato che gli americani sono convinti che il suo paese è una nazione
terroristica che esporta terrorismo nel mondo e che la sua visita farebbe infuriare
molti cittadini statunitensi, il presidente ha ribattuto: “Sono incredulo. Come
fa lei a parlare per tutta la nazione americana?”. E ha poi insistito: “Lei
rappresenta un media ed è un reporter. La nazione americana è fatta di 300
milioni di persone. Ci sono diversi punti di vista”.
Incurante dei sentimenti
di una città e di un paese ancora feriti dall’undici settembre, di cui la sesta
ricorrenza è caduta appena pochi giorni fa, la Columbia University accoglierà
il presidente iraniano per un incontro con gli studenti. Ahmadinejad avrà un
nuovo pubblico a cui raccontare la negazione dell’olocausto, le sue intenzioni
di distruggere Israele e i suoi grandi piani di proliferazione nucleare. Lì farà
comodamente la “photo op” con gli intellettuali occidentali, magari denunciando
in coro la politica estera americana. Cosa guadagneranno gli studenti della
Columbia? Il brivido di vedere un dittatore in carne ed ossa.