Vecchi e nuovi depistaggi su Ratko Mladic, il boia di Srebrenica
06 Luglio 2010
Molto rumore nelle ultime settimane attorno alla "primula rossa" serba, il famigerato generale Ratko Mladic, ricercato, tra l’altro, per il genocidio di Srebrenica, dove nel luglio 1995 le feroci truppe di cui era al comando sterminarono almeno ottomila civili musulmani, compiendo quello che è unanimemente ritenuto come il più efferato crimine bellico avvenuto in Europa dopo l’ Olocausto. La sua famiglia ha formalizzato presso il tribunale di Belgrado la richiesta di dichiarare ufficialmente morto il congiunto. Secondo l’ avvocato Salijc, che cura la pratica, i parenti dell’ex militare da anni non ricevono sue notizie, ma hanno ragione di credere che possa essere molto ammalato e impossibilitato a sopravvivere senza cure mediche adeguate.
Gli osservatori di Belgrado pensano che questa mossa sia finalizzata a confondere le ricerche del fuggitivo, segnalato in varie zone del Vecchio Continente e, non di rado, nella stessa capitale della Serbia. Possibile che il vecchio comandante, sempre amatissimo dai sodali delle terribili battaglie, senta il fiato dei cacciatori sul collo e abbia ordinato ai famigliari di agire. La moglie, tra l’altro, è finita di recente indagata per una storia di possesso illegale di armi da fuoco, sequestrate in casa nel dicembre del 2008, e si è affrettata a definire questo affare come una mera ritorsione da parte di coloro che vorrebbero finalmente vedere il suo Ratko alla sbarra.
Curiosamente, di nuovo poco tempo fa, alla fine di maggio, sono comparsi sulla scena i diari scritti da Mladic durante le sanguinose guerre balcaniche che lo videro protagonista. Da queste pagine emerge come l’ autore sia sempre stato, insieme a Radovan Karadzic, fiero oppositore d’ogni tentativo di far cessare le ostilità, fino al punto da etichettare il defunto leader Slobodan Milosevic come "uomo di pace", un po’, facendo le debite proporzioni, come dipingere Giuseppe Stalin nelle vesti del pio prelato georgiano e Adolf Hitler alla stregua d’un innocuo vegetariano amante dei pastori tedeschi.
Ricordiamo che, e chissà se si tratta o meno dell’ennesimo depistaggio sulla vicenda, il quotidiano belgradese Kurir ha recentemente rivelato che Mladic sarebbe vivo e si troverebbe in una ex repubblica sovietica, ad esercitarsi da docente in un’accademia militare ( e fosse vero occorrerebbe davvero auspicare la presenza di allievi duri di comprendonio..). Il giornale ha aggiunto poi, cosa interessante, che il luogo dell’esilio forzato "è noto a tutti", così come la protezione accordata al generale dai servizi segreti francesi. Vero, verosimile, falso? La sensazione è che, anche nelle cancellerie europee, non siano in pochi a conoscere l’ ultimo segreto di Ratko Mladic.