Vegas: “La tregua fiscale promessa dalla Finanziaria è un bluff”
29 Agosto 2007
Il Governo si prepara a varare una Finanziaria di tregua fiscale, di cui gli italiani, a sentire il ministro Padoa Schioppa, non sentiranno il peso (21 miliardi di euro). Toccherà ai ministeri ingoiare la pillola amara e “auto tagliarsi” in nome di una manovra “a saldo zero”. Mentre sulle imprese graveranno meno imposte e se si dovesse andare fino in fondo con l’adeguamento dell’aliquota sulle rendite finanziarie, i risparmiatori saranno tutti assoggettati a maggior equità fiscale. Una sorta di “Finanziaria dei sogni”, che convince poco Giuseppe Vegas (Fi), ex viceministro per l’Economia e le Finanze nel quinquennio 2001-2006.
Senatore, cosa significa “Finanziaria di tregua fiscale”?
Sicuramente non vuol dire di abbassamento delle tasse. A Telese Padoa Schioppa non ha detto che non le avrebbe diminuite, ha detto che non avrebbe trovato nuove fonti impositive. E neppure ha detto che non avrebbe ritoccato all’insù le aliquote. Il problema di Tps è che lui deve fare una Finanziaria convivendo con tutte le anime “affamate” della sua riottosa coalizione. Alla luce di questo è demenziale far venire ancora più appetito a quella gente..
Scusi ma di cosa parla?
Del fatto che mentre i “suoi” chiedono soldi, ogni tanto spunta un tesoretto. Ai bambini non gli fai vedere tanti gelati se non glieli puoi dare. Sotto il profilo della logica c’è un comportamento incoerente.
Insomma, dobbiamo aspettarci ancora scontri all’interno della compagine di Governo?
Questo è scontato.
E su cosa litigheranno?
C’è la questione welfare. Mi sembra di capire che stanno cercando un patto per cui la sinistra farà finta di essere violentata per avere in cambio qualche cosa. Oggetto dello scambio potrebbero essere le rendite, cioè l’aumento della tassazione sui titoli finanziari.
Avremo un fisco più “equo”, come predicano dalle fila della maggioranza, quando l’aliquota su Bot, CCt e Btp passerà dal 12,5 al 20%?
Macché. E’ ingiusto soprattutto per i piccoli risparmiatori. I grandi se ne fregano, male che vada spostano i capitali, quindi scappano via. Ma gli anziani o il “signor X”, che risparmia due soldi e li mette via per comprarsi casa non sfugge e rimane fregato. Senza considerare il fatto che per le nuove emissioni di Bot e Cct significa aumentare i tassi di interesse. Con il risultato che aumenta la spesa pubblica corrente, quindi anche sotto il profilo obiettivi europei il provvedimento non funziona. Sa qual è il risultato finale di tutto questo?
No, quale?
Che in un momento nel quale le Borse vanno a picco si dà una mazzata in testa ai risparmiatori
Con la Finanziaria il Tesoro mira al saldo zero, quindi a individuare per ogni spesa un taglio corrispondente. E’ una strada percorribile considerate le voci di spesa sulle quali il Governo vuole intervenire?
E già…. Tanto percorribile che Parisi ha subito detto di voler più finanziamenti per la Difesa. Tre o quattro mesi fa il ministro dell’Istruzione ha fatto assumere 60mila precari… E’ ridicolo! Quale Ministero mai accetterà di tagliarsi per investire? L’intervento semmai deve essere fatto con un’azione molto forte da parte del Presidente del consiglio. Un singolo ministro batte cassa e basta, se ne frega dei problemi generali.
Sul fronte delle imprese invece la squadra di Prodi sembra sia al lavoro sull’abbattimento delle imposte alle imprese attraverso una razionalizzazione e un taglio degli incentivi statali… nulla da obiettare?
Ove si abbassasse è ovvio che l’idea è buona: lo stanno facendo tutti. Certo ci si domanda che senso ha abbassare le imposte alle imprese e allo stesso tempo alzare i contributi sociali per esempio sui lavoratori parasubordinati, ma questo è un altro discorso. L’idea è razionale perché anziché dare discrezionalmente incentivi a tutte le imprese, si danno a tutte le imprese premiando quelle più competitive e quindi va bene. Ma la cosa sarebbe incoerente se si pensa di tornare alla “dual income tax”, un tipo di tassazione differenziata più vantaggiosa per le imprese capitalizzate. E’ chiaro che se si fa un sistema di competizione deve essere competizione per tutti. Inoltre, io temo che gli incentivi principali siano quelli concessi per lo sviluppo delle zone svantaggiate, tipo Mezzogiorno e aree depresse…
Secondo le prime indiscrezioni però dai tagli dovrebbero essere esclusi gli incentivi per il Mezzogiorno
Guardi che quelli a parole ne sparano tante, io ho l’impressione che siano tutti apprendisti stregoni: in molti casi parlano senza pensare alle conseguenze di quello che dicono. Mi riempirebbe di gioia, invece, se per soppressione degli incentivi si intende l’abolizione del trattamento privilegiato che hanno per esempio le cooperative. Sarebbe un discorso pienamente condivisibile e ragionevole: si tratta di vere e proprie imprese, perché devono godere di situazioni fiscali vantaggiose?
Qual è la sua posizione in merito alla protesta fiscale lanciata da Umberto Bossi?
A parte i toni, sottolinea un problema reale. Non dimentichiamo che sulla protesta fiscale sono nati gli Stati Uniti d’America! Quando a Boston buttarono a mare il caffè e il the degli inglesi! In California vent’anni fa è nato il nuovo sistema americano di tassazione. Insomma, la protesta fiscale non va presa sotto gamba.
Il centrodestra sta preparando una battaglia sul fisco?
Veramente il fisco è il tema ricorrente del centrodestra dal 1994. Quando Silvio Berlusconi fu eletto per la prima volta Presidente del Consiglio la questione fiscale è entrata in agenda come una priorità. La Destra ritiene che troppe tasse significhino “espropriare” i cittadini, privarli di una libertà economica. La sinistra invece ritiene che le tasse comunque siano buone perché servono a pagare dei servizi pubblici che andrebbero a vantaggio dei più poveri, ma purtroppo non sempre è così. Quindi porre il problema del livello di sottrazione delle risorse su ciascun contribuente è rientrato nell’agenda economica di tutti i Paesi europei. La sinistra ci è arrivata un po’ in ritardo ma questa è una sua caratteristica.
Senatore, l’Ue ha sbagliato a chiedere informazioni in relazione ai vantaggi fiscali della Chiesa?
A me sembra una cosa demenziale. L’Unione Europea è stata probabilmente stimolata da alcuni gruppi interni che fanno gli anticlericali e appartengono al Governo Prodi che si dichiara molto amico della Chiesa
Quali gruppi?
Mi sembra di ricordare che un sottosegretario dei Verdi abbia recentemente alzato la voce sulla revisione della tassazione delle attività svolte dalla Chiesa…..
Come andrà a finire?
Promettono di aprire una questione ma credo che finirà senza nessun esito. Il tema è oggetto di regolamentazione nel Concordato Lateranense ed è una questione sostanzialmente regolamentata dalla nostra Costituzione a livello normativo. La Ue si preoccupi degli incentivi fiscali che vengono dati alle cooperative, che non hanno alcuna giustificazione: né sociale né economica.