Veltroni aveva troppe cose da fare per pensare al tesseramento del Pd
20 Febbraio 2009
“Umanamente sono vicino a Walter” Dice Massimo D’Alema alla Repubblica (20 febbraio) La distanza tra i due obbiettivamente non è tanta. Si tratta di qualche centimetro. Quanto è lungo un pugnale. Nelle scapole
“Nei modi in cui la sua azione si sta sviluppando, ci sono delle serie probabilità che venga interpretata come un tentativo di caratterizzare nuovamente il Pd come erede del Pci” Dice Edmondo Berselli sull’Espresso (20 febbraio) Da acutissimo osservatore della politica, qual è, Berselli avanza il dubbio che l’idea di Bersani di sfilare tra migliaia di bandierine rosse con falcemartello ai cortei cigiellini, faccia – anche per colpa dei malintenzionati – pensare al vecchio Pci
“Serve un grande sforzo comune che apra alla partecipazione di tutti, vecchi e giovani, Da Marini a D’Alema” Dice Livia Turco al Manifesto (20 febbraio) Va bè, Marini sarebbe il vecchio. E invece D’Alema il giovane? E la Turco una velina?
“Per fare un vero congresso bisognerebbe avere ultimato il tesseramento” Dice Anna Finocchiaro all’Unità (20 febbraio) Prima di dimettersi, Veltroni aveva esaminato l’elenco delle cose fatte. Festa con facebook, ok. Cena con Jovanotti, ok. Telegramma a Obama, ok. Schema per il prossimo melenso romanzetto, ok. Bigliettino per Massimo Ghini, ok. Visita al nuovo negozio Brooks Brothers, ok. Consigli per dieta dimagrante a Bettini e Tonini, ok. Qualche idea per Sanremo a Bonolis, ok. Consigli sulla cravatta a Epifani, ok. E il tesseramento? Ecco che cosa si era dimenticato: il tesseramento. D’altra parte con giornate così piene, mica si può pensare a tutto