Vendola stravince le primarie e sconfessa la strategia di D’Alema
25 Gennaio 2010
Il Pd e i sogni di gloria di Massimo D’Alema in Puglia vanno in frantumi, travolti dal ciclone Vendola (e dalla base, che a Nichi ha dato ragione). E a loro, al segretario Bersani e a all’ex presidente del Pd, non resta che buttare giù il boccone amaro.
Il Governatore in carica stravince e con il 73% batte per la seconda volta Francesco Boccia (cinque anni fa il distacco fu solo di 1600 voti), candidato sostenuto appunto dai vertici del Partito democratico, aprendo così una delicata partita negli equilibri del Pd. E poco importa se a fare campagna elettorale in Puglia per lui erano scesi il segretario del Pd Pier Luigi Bersani in persona, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, Giuseppe Fioroni e, infine, Massimo D’Alema che nella regione aveva praticamente trascorso tutta l’ultima settimana.
Una differenza di voti che pesa quanto un macigno, quella tra il Governatore portavoce nazionale di Sinistra ecologia libertà e l’economista amico di Enrico Letta, buttato nella mischia per tentare l’alleanza con l’Udc, interlocutore naturale del Pd di D’Alema e Bersani che con Boccia si sarebbe volentieri alleato per tentare di battere il centrodestra. Casini e D’Alema avevano definito questo accordo un "laboratorio politico", la vetrina del nuovo centrosinistra, da ripetere poi in tutta Italia. L’operazione è fallita ed entrambi, ieri, hanno dovuto incassare una sonora sconfitta.
Per ogni voto andato a Boccia, Vendola ne ha presi tre. Barletta: 9.270 contro 3.789, Trani 1561 a 516, Fasano 1960 a 490, perfino nella rocca dalemiana di Gallipoli Vendola ha straripato con 684 voti contro 204, 77 per cento. Boccia ha riconosciuto subito la sconfitta e poco dopo le 22,30 è andato nella "Fabbrica" di Vendola con il neo-segretario regionale Sergio Blasi per congraturarsi con il vincitore: "Penso che le sconfitte peggiori siano quelle sfide che non si fanno, specie quando ci si crede veramente", ha detto Boccia, invitando subito Vendola a raccogliere "l’onere di costruire una coalizione che noi del Pd continuiamo a chiamare alternativa".
E ora il Governatore pugliese si prepara a cominciare la campagna elettorale vera contro il suo avversario del Pdl, Rocco Palese, da cinque anni capo dell’opposizione in Consiglio regionale. “Da questa mattina – ha detto Vendola – partirà un film che molti non si aspettano, che non è un film fatto di rendiconti e di risentimenti”. Un film che forse comincia dall’analisi del voto e dalle riflessioni sul dopo, che già stamani saranno al centro della direzione. In fondo, la corsa verso le Regionali potrà cominciare solo quando il Partito democratico farà i conti al suo interno. Se 200mila persone hanno detto "no" ai vertici del Pd significa che queste primarie hanno consegnato alla Puglia due Pd. Due partiti diversi, slegati, lontani.
E la partita delle alleanze? Tutt’altro che chiusa. Le prime parole di Vendola (“tutti quanti spenderemo parole atteggiamenti percorsi per rendere questa alleanza la più larga possibile”) infatti aprono uno spiraglio nei confronti del partito centrista. Ma Casini, dal canto suo, sceglie la prudenza e preferisce non aprire bocca a caldo: “Commenterò – assicura – l’esito delle primarie in Puglia in una conferenza stampa prevista nella mattinata”. Deve ancora digerire la sconfitta.