Via libera ai lavori: il Colosseo verrà (finalmente) restaurato
07 Agosto 2012
di Carlo Zasio
Vinto il ricorso al Tar del Lazio da parte del Codacons, che contestava i requisiti richiesti dal bando di gara, e nelle more della decisione finale del Consiglio di Stato, il 27 luglio è stato finalmente assegnato dalla Sovrintendenza archeologica di Roma il primo lotto dei lavori di restauro del Colosseo resi possibili dal finanziamento di 25 milioni di euro voluto dal Gruppo Tod’s. Sei milioni e centomila euro, con un ribasso d’asta rispetto agli otto milioni e trecentomila euro previsti, serviranno per l’avvio del recupero dei prospetti e la realizzazione delle cancellate di chiusura del primo ordine. I ponteggi si alzeranno sulle prime quattro arcate del monumento alla fine dell’anno, dopo la firma del contratto con la ditta romana Gherardi aggiudicatrice dell’appalto prevista per ottobre e la progettazione esecutiva.
La consegna dei lavori è prevista per il giugno del 2015, con il restauro dei prospetti comprensivo di prima verifica d’insieme, eventuali preconsolidamenti, pulitura con acqua nebulizzata, stuccature e trattamento degli elementi metallici. Verranno rimosse le strutture in tubi innocenti a protezione delle arcate del primo ordine e sostituite con una nuova recinzione. Una seconda gara sarà necessaria per assegnare il secondo appalto di quattro milioni e trecentomila euro per la realizzazione di un centro servizi tra via Celio Vibenna e Piazza del Colosseo entro al fine del 2015. Infine un terzo appalto, per il quale è ancora in corso di definizione il bando, verrà assegnato per il restauro degli ambienti interni dell’anfiteatro Flavio e l’impiantistica del monumento.
Il tutto è stato illustrato al Collegio Romano dal Ministro Lorenzo Ornaghi, dal Sindaco Gianni Alemanno, dal patron di Tod’s Diego Della Valle e dalla Soprintendente Mariarosaria Barbera in un’affollatissima conferenza stampa che ha visto la partecipazione massiccia della stampa straniera, interessata più che mai a comprendere quanto sia solido il nuovo percorso intrapreso in Italia per la tutela del patrimonio culturale nazionale, che prevede una sempre maggiore interazione tra pubblico e privato. Molte difficoltà sono state interposte a questa operazione simbolica, che se andrà felicemente in porto cambierà radicalmente gli assetti attuali. Comprensibile quindi la soddisfazione del Ministro Ornaghi, nonostante la fiducia sul maxiemendamento del decreto sulla spending review gli abbia restituito la necessità di trovare una soluzione per Arcus e Centro Sperimentale di Cinematografia: non più abrogate, come prevedeva il Dl, restano ora in attesa di una decisione sul proprio futuro.