Via libera ai rifiuti fuori dalla Regione, ma il sindaco ora faccia la sua parte

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Via libera ai rifiuti fuori dalla Regione, ma il sindaco ora faccia la sua parte

01 Luglio 2011

Berlusconi si dice soddisfatto, Bossi contrario, Caldoro così e così, De Magistris deluso. Questo il resoconto del decreto emanato (finalmente) dal Consiglio dei Ministri che, in deroga alla legge vigente, consente di “esportare” i rifiuti fuori regione. Berlusconi è soddisfatto perché, dopo il niet della Lega Nord, non era facile trovare un’intesa nel Governo. Alla fine si è riusciti a compiere un primo passo, spedendo fuori dai confini regionali i rifiuti prodotti a Napoli, scavalcando la Conferenza Stato-Regioni. Il Cavaliere, inoltre, si è impegnato in prima persona a ripulire di nuovo Napoli, prevedendo la realizzazione di discariche e di impianti utili a risolvere definitivamente il problema.

A Bossi e alla Lega, invece, questo decreto non è andato proprio giù. “Abbiamo risolto già una volta il problema. I napoletani non hanno imparato la lezione”. È vero che il governo centrale aveva già risolto una volta il problema, liberando la città dai rifiuti e prevedendo l’apertura di altre discariche e di termovalorizzatori, ma è colpa forse dei napoletani se dall’allora “sindaca” di Napoli e dalla sua giunta non è stato organizzato un piano efficace di raccolta differenziata? Qualcuno si chiede come mai sia proprio questo il primo obiettivo dell’attuale sindaco? Senza raccolta differenziata – che si fa costruendo isole ecologiche in molti punti della città, prevedendo una reale diversificazione dei rifiuti alla fonte con regole chiare, brochures informative, capillarità di bidoni, sacchetti idonei e multe per chi deposita i rifiuti fuori orario – non si va da nessuna parte. E, sempre Bossi, potrebbe spiegare a questi napoletani “rozzi e ignoranti” perché l’allora sottosegretario Guido Bertolaso scelse una cava talmente grande che sarebbe divenuta la discarica più grande d’Europa, proprio alle falde del Vesuvio, all’interno di un Parco Nazionale protetto? E ci potrebbe spiegare anche perché il termovalorizzatore di Acerra funziona a scartamento ridotto? Di queste domande potremmo farne ancora tante, ma con ciò non si vuole nascondere la testa sotto la sabbia.

Che a Napoli esista il problema rifiuti anche a causa di atteggiamenti incivili di una parte della popolazione è innegabile, ma affermare che l’emergenza non si riesca a risolvere perché i napoletani non hanno imparato la lezione è ingiusto.

Caldoro, dal canto suo, in qualità di Presidente della Regione da un lato si dice insoddisfatto perché “il provvedimento non consente di superare concretamente le difficoltà di questi giorni. Non è sufficiente.”. Dall’altro, invece, plaude e premia la scelta del Governo che “sulle discariche individua finalmente le responsabilità e i tempi. E questo è un passo in avanti, anche se sarebbe stato preferibile dare più potere ai sindaci”.

In tutto questo, il sindaco De Magistris cosa dice? “Voglio esprimere tutto il mio disappunto sul provvedimento del governo in materia di rifiuti. Un decreto legge che non risolve nulla, un provvedimento pilatesco”. Caro sindaco, il provvedimento sarà pure pilatesco perché impegna la Regione Campania a trovare accordi diretti con le altre Regioni, ma le tonnellate di rifiuti ancora presenti in strada, lei, dove le avrebbe messe? E dica grazie, almeno una volta.

Per il momento la spazzatura si potrà raccogliere e portare in altre Regioni, cosa che senza questo decreto non sarebbe stata possibile, perché la legge vigente lo impedisce. Poi, è vero che ci sarà il problema del futuro. Berlusconi dice di volerlo risolvere definitivamente con le discariche, lei, invece, ha un’altra idea. Non a caso l’hanno eletta sindaco di Napoli; svolga il suo compito, spieghi nel dettaglio il suo piano-rifiuti, lo faccia decollare, assicuri pulizia, decoro e dignità alla città meravigliosa che amministra. Se ci riuscirà saremo qui a batterle le mani, in caso contrario, però, non dica che la colpa è di altri. A Napoli servono uomini che si assumano in prima persona impegni chiari. Le discariche e i termovalorizzatori non li vuole, il decreto è insufficiente, insomma, una volta smaltite le tonnellate che restano ancora in strada, lei smaltisca la vittoria e pensi ad una soluzione definitiva che non tenga conto dell’aiuto di nessuno. Come lei afferma, giustamente, “il Sud non è la palla al piede del Paese”. Ora è venuto il momento di dimostrarlo. Una volta per tutte!