Violenza al Pincio, se le gang di nordafricani colpiscono (anche) Roma

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Violenza al Pincio, se le gang di nordafricani colpiscono (anche) Roma

20 Novembre 2017

Poteva finire davvero molto male l’aggressione a una comitiva di ragazzi romani avvenuta sabato pomeriggio sulla terrazza del Pincio, a due passi dalla centralissima Piazza del Popolo. Una baby gang di nordafricani arrabbiati e strafottenti li ha assaliti all’improvviso trascinandoli in un vortice di insulti, schiaffi e spintoni. Uno dei balordi si è poi fiondato su un giovane per rubargli l’amplificatore per il cellulare che stringeva in mano. “Quel che è troppo è troppo” deve allora aver pensato una coraggiosa tredicenne che, spalleggiata da due amichette, ha affrontato il capo della banda chiedendogli di restituire il maltolto al suo amico. Agghiacciante la risposta: “Fai la carina con me e ti ridò tutto”.

Diciannove anni, figlio di immigrati marocchini, quel ragazzo sapeva già molto bene come si comporta un boss. E senza alcuna esitazione avrebbe volentieri abusato della ragazzina proprio lì, davanti a tutti, sotto gli occhi dei suoi amici e, forse, anche del suo fidanzatino. Non è forse così che fanno gli uomini veri? In un attimo, è passato dalle parole alle mani. Con forza, l’ha avvicinata a sé strattonandola per un braccio, mentre i suoi complici, una ventina in tutto, lo circondavano come a creare una barriera che potesse proteggerlo dagli sguardi di eventuali passanti. La poveretta si dimenava nel tentativo di liberarsi da quella terribile morsa. E, per fortuna, l’ha spuntata. Più veloce e testarda del suo aguzzino, la ragazza è riuscita a divincolarsi e a scappare verso i suoi amici, non senza aver prima raccolto l’amplificatore che il marocchino aveva gettato a terra con l’intento di schiacciarlo per dispetto.

La storia non finisce qui. Quasi indispettiti dall’essere stati messi fuori gioco da una “femmina”, i malviventi hanno cominciato a lanciare sassi e bottiglie di vetro verso il gruppetto di amici. Quella che si è scatenata è stata una vera e propria guerriglia in cui qualcuno avrebbe davvero potuto lasciarci la pelle. Quando sono arrivati i carabinieri l’offensiva era ancora in corso. Ne hanno arrestati sei, di cui quattro sono minorenni. Gli altri sono purtroppo riusciti a scappare.

Viene fuori adesso che le forze dell’ordine si sono trovate in passato a dover gestire scorribande di ogni genere messe in atto da bande simili a quella che ha agito al Pincio. Le zone interessate sono sempre in pieno centro, nel triangolo compreso tra Piazzale Flaminio, Trinità dei Monti e via del Corso (altezza San Carlo). Come è possibile che una delle zone più belle ed eleganti della Capitale, quartiere noto per locali, ristoranti e boutique tra i più famosi nella città e nel mondo, diventi ad un tratto campo di rappresaglia per veri e propri criminali? Purtroppo, spiace ammetterlo, la violenza di sabato non è solo bullismo, come è stato detto, ma ha qualcosa che ricorda molto il modus operandi di quelle gang di immigrati che stanno mettendo a ferro e fuoco tante città d’Europa, dall’Inghilterra alla Svezia, dalla Norvegia al Belgio. In alcune di queste realtà la violenza è diventata sistematica, organizzata, pericolo che ogni giorno mette a rischio la serenità di bambine e ragazze che preferiscono non uscire più di casa da sole, di famiglie che pur di sopravvivere si organizzano in ronde di controllo e autodifesa. Certo, Roma, per fortuna, non conosce questo orrore e mai, ci auguriamo, lo conoscerà. Meglio però stare in guardia.