Visco vuol tagliare le tasse ma non sa neppure quali
26 Luglio 2007
Non ha neppure fatto in tempo a gustarsi il dopo-annuncio sul taglio delle tasse, che sul viceministro Visco è piombato il no di Padoa Schioppa. L’intenzione era di quelle già sentite: giù le tasse già con la Finanziaria del 2008, anche perché “le entrate vanno bene e ci sono 2 miliardi in più”. Ma Tps, da Londra, ha replicato dicendo che su un calo dell’Irpef il prossimo anno “è troppo presto”. Neppure sull’Ici c’è accordo, considerato che per Visco il taglio dell’imposta sulla prima casa non è una priorità, si potrebbe pensare ad un “alleggerimento generalizzato e graduato a seconda delle situazioni” ma per un intervento adeguato, mette in risalto, servirebbe l’1% del Pil.
Mentre Visco straprometteva tagli, dal Fondo monetario facevano sapere che l’economia mondiale cresce, quella dell’Europa è in ripresa grazie al traino della Germania e l’Italia si conferma il fanalino di coda, ferma all’1,8% e all’1,7% nel 2008 a fronte dell’accelerazione di Eurolandia al 2,6% nell’anno in corso e al 2,5 nel 2008. “E’ ovvio che l’Italia sia ferma al palo rispetto a mondo in evoluzione, perché se non si fa una buona politica fiscale, se non si aiutano le imprese, se non si liberalizza veramente l’economia, il Paese non corre