“War Dog”. Si chiama Cairo il cane che ha stanato Bin Laden

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“War Dog”. Si chiama Cairo il cane che ha stanato Bin Laden

22 Maggio 2011

Uno dei protagonisti del blitz condotto nel bunker di bin Laden alcune settimane fa è proprio il migliore amico dell’uomo. Un esemplare di pastore Belga Malinois, ribattezzato "Cairo" dai Navy Seals, che ha partecipato all’operazione con cui è stato ucciso il re del terrorismo. Completata la missione, il presidente Obama in persona ha accolto Cairo la settimana scorsa alla Casa Bianca. L’utilizzo dei cani nelle operazioni belliche statunitensi risale al 1942, e da allora sono stati tanti gli esemplari che hanno affiancato i soldati in vari Paesi e in numerosi conflitti. Attualmente sono circa 600 i cani impiegati in Iraq e Afghanistan secondo quanto riportato dal NY Times. Il ruolo preciso rivestito da Cairo nell’azione di Abbottabad non è ancora chiaro, ma Mike Mc Connery, proprietario di un centro di addestramento cinofilo in Canada, sostiene che il cane sia stato usato quasi sicuramente come “distrazione o sonda”.

I cani usati per operazioni così delicate vengono naturalmente sottoposti ad un allenamento intenso e specifico.In passato questi animali venivano regalati all’esercito o comprati da allevatori privati; negli ultimi anni tuttavia, essendo aumentata notevolmente la richiesta di quadrupedi in divisa, vengono forniti quasi tutti dalla Lackland Air Force Base di San Antonio in Texas. I cuccioli nati qui vengono sottoposti ad un primo test dopo 3 giorni di vita: uno specialista valuta i loro riflessi e le risposte ad appositi esercizi di stimolazione. All’ottava settimana c’è il primo test attitudinale che valuta se il cane risponde quando viene chiamato, e quali sono le sue capacità nelle azioni di recupero. In seguito viene affidato per sei mesi ad una famiglia adottiva per seguire una fase di pre-allenamento, prima di iniziare il programma vero e proprio una volta tornati a Lackland.

Questi animali sono di grande aiuto per i soldati, non solo in quanto “colleghi” nelle operazioni belliche, ma anche come compagni fedeli e amorevoli e di sicuro, per questi giovani che rischiano la vita lontani dalle loro case, sono una compagnia preziosa. Dopo alcuni anni di carriera questi speciali soldati vanno in pensione. Alcuni restano in carica più tempo di altri ma in ogni caso prima o poi arriva per tutti il momento di ritirarsi. L’esercito americano si impegna per trovare a ognuno di questi “veterani” una casa accogliente e una famiglia che se ne prenda cura amandoli e coccolandoli quando arriva il momento di congedarli. Naturalmente la bravura dei quadrupedi dipende dal loro allenatore, che li addestra fin dai primi anni di vita creando con loro un rapporto di fiducia e rispetto reciproco. Secondo quanto affermato da Gerry Proctor, portavoce della base di San Antonio, questi trainer sono persone speciali, che amano molto i cani e sono in grado di creare con loro una stretta connessione.

Di sicuro l’utilizzo dei cani nelle operazioni dell’esercito è fondamentale perché permette agli animali, anche ai randagi che hanno una brutta storia alle spalle, di riabilitarsi, e ai soldati di avere degli ottimi compagni d’avventura. Sono tante le storie di eroi a quattro zampe che ci ricordano quanto sempre più spesso gli animali siano migliori delle persone. E questi quadrupedi in divisa, che rischiano la vita per proteggerci, sono uno straordinario esempio. Insomma, l’immagine dei canini usati dai soldati americani si era rovinata dopo le brutte immagini delle torture inflitte ai "nemici combattenti" dell’America. Ora, grazie a Cairo, quell’immagine è stata sicuramente riabilitata.