Welfare e pensioni surriscaldano l’estate di Prodi
30 Luglio 2007
Dallo scalone al Welfare. Il dibattito si è spostato di un millimetro (la riforma delle pensioni è contenuta nello stesso protocollo che tocca il mercato del lavoro) ma corre sempre sui fili dell’alta tensione.
Il sentore che le cose sarebbero precipitate – il 23 luglio, al momento stesso della presentazione del documento – si era avuto dopo le parole del ministro del lavoro Cesare Damiano che aveva dato il primo altolà alla sinistra radicale parlando di inemendabilità del documento (salvo poi tentare di mediare proponendo una limatura del testo di legge). E’ tutto rimandato al dopo vacanze, ma intanto la maggioranza di Governo continua a parlarsi solo a suon di ricatti. Senza, per giunta, trovare spazi idonei al dibattito che non siano quotidiani o interviste rilasciate in tivvù. O meglio, il protocollo sul welfare sarà discusso nella riunione del Consiglio dei Ministri prevista per venerdì, l’ultima prima delle ferie estive, ma la polemica impazza. Nonostante il tentativo dello stesso Prodi di placare le acque: “Sul welfare non ci sarà scontro, sono tranquillissimo”, ha detto ieri.
Protagonisti del dibattito sono il Governo, la sinistra radicale e i sindacati. L’Esecutivo, come ha detto il portavoce Sircana, non è disposto a modificare il testo, mentre l’ala estrema della sinistra spinge per rivedere il Protocollo e promette battaglia e gente in piazza. A Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica la misura che prevede il rinnovo “assistito” dei contratti a termine dopo 36 mesi non piace. E’ troppo blanda, dicono, mentre sullo staff leasing servirebbero più paletti e la riforma degli straordinari (voluta soprattutto da Confindustria) proprio non va.
Anche stamani, dalle colonne de Il Giornale, il Ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero (Prc) ha annunciato “battaglia in aula e nelle piazze per far sentire la voce dei lavoratori e dei precari” perché “la sinistra ha 150 voti e ha contribuito alla vittoria quanto e più di Dini”. Le critiche mosse al Protocollo sul welfare secondo Ferrero non sono strumentali “ma il programma dell’Unione prevedeva, ad esempio, che per fare un contratto di lavoro a tempo determinato fosse necessario descrivere le causali, ossia una ragione oggettiva come la stagionalità o il picco di produzione. Un punto che nell’accordo è assente e quindi il tempo determinato continuerà ad essere utilizzato per assumere e licenziare come si vuole”. Aut-aut anche del verde Cento, che dice “non è il momento degli ultimatum”, salvo poi avvertire: “Il Pd non sottovaluti il nostro peso” e sul protocollo: “le modifiche sono necessarie” perché “non si affronta il nodo della precarietà, serve più coraggio sulla legge 30 ma anche sul pacchetto Treu”.
Il tutto mentre su Il Corriere della Sera, il vicepremier Rutelli si chiede: “Vogliono concorrere a governare il paese oppure preferiscono sventolare le loro bandiere? Quando abbiamo formato l’alleanza di governo abbiano scommesso sulla prima opzione. Se che in una parte della sinistra italiana esiste il rischio che prevalga la seconda opzione, ma io confido che scelgano di contribuire in modo costruttivo al governo”. Rutelli punta l’indice contro Rifondazione comunista: “Chi governa cerca la sintesi. O c’è qualcuno che pensa davvero che si guadagnino fiducia e consensi cavalcando tutte le proteste?”.
Fin qui lo scontro politico. Ma anche sul fronte sindacale, le tensioni non mancano. La Uil di Luigi Angeletti è contraria alla modifica dell’accordo.La Cgil di Guglielmo Epifani deve fare i conti con le diverse correnti interne ma in generale dice sì all’abolizione dello staff leasing e vorrebbe mantenere la sovra contribuzione degli straordinari. Alle misure del pacchetto che prevedono la detassazione degli straordinari è invece favorevole la Cisl di Bonanni.
Se scontro sarà, si capirà a settembre. E a dar battaglia, oltre a Prc, Pdci , Verdi e Sd potrebbe esserci anche qualcun altro. Il ministro delle politiche europee Emma Bonino ha dato appuntamento a dopo le ferie estive.