Quagliariello: “Il centro sia un progetto, non un’accozzaglia di sigle”

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Quagliariello: “Il centro sia un progetto, non un’accozzaglia di sigle”

Quagliariello: “Il centro sia un progetto, non un’accozzaglia di sigle”

04 Luglio 2022

La politica italiana è il fibrillazione. Le coalizioni di centrodestra e centrosinistra sembrano instabili e la sensazione è che la scissione di Di Maio possa portare al liberi tutti. La tendenza del momento è la corsa al centro, area politica riscoperta grazie al governo Draghi. Ne ha parlato anche il senatore Gaetano Quagliariello, coordinatore di Italia al Centro, in un intervista a La Verità.
“Il centro? Dev’essere inclusivo ma non un’accozzaglia di sigle, o un casting di nomi”, spiega Quagliariello dando su questo punto ragione a Carlo Calenda. “Per uscire dalla crisi di sistema va chiarito cos’è una coalizione – argomenta – ciò vale anche per il centro”.
“Una coalizione non è una somma di egoismi partitici, né un concorso per scegliere il più bello del reame”, ammonisce il senatore. “È un progetto di governo, nel quale alcune forze si ritrovano intorno a un nucleo di principi non negoziabili, prevalentemente in politica estera ed economia, conservando per il resto legittime sensibilità plurali”. Effettivamente, questo punto può essere l’unico punto di partenza sensato per un’eventuale coalizione centrista. Il punto di incontro delle molte realtà centriste sono già oggi atlantismo ed europeismo da un lato, riforme e avversità allo statalismo dall’altro.

Coalizioni in fibrillazione

Secondo il senatore, la scissione dei grillini starebbe “ingessando ancora di più le coalizioni”. Il campo già non così largo della sinistra si è ristretto ulteriormente. A destra, invece, si rafforza la logica esclusiva dei tre partiti più grandi che pensano di vincere limitandosi a sommare i propri risultati.
In vista dell’assemblea nazionale del partito guidato da Giovanni Toti in programma sabato prossimo a Roma, Quagliariello avverte: “Noi di Italia al Centro possiamo essere due cose: o il centro del centrodestra, o il centrodestra del centro. La scelta dovrà dipendere dai contenuti”.
Il coordinatore del partito, poi, fa degli esempi pratici. “Chi vorrà affrontare priorità come la riforma del meccanismo del 110%, che tra norme mal partorite e abusi sta riempiendo le piccole e medie imprese di crediti che non si riescono a scontare? Chi è disponibile a fare una battaglia per riformare quota 100?”. I due provvedimenti, simbolici per Movimento 5 Stelle e Lega, non sono scelti a caso. Il senatore lancia un’idea inedita, ma coraggiosa: fondare “un movimento di meridionali contro il reddito di cittadinanza”.

La prospettiva centrista

Quagliariello afferma, quindi, che “Italia al Centro si collocherà dove queste battaglie troveranno spazio”. Ma è evidente che sia una discorso valido anche per tutti gli altri partiti di area.
Al centro rischiano di trovarsi scaraventate tutte le forze escluse dall’irrigidimento dei due schieramenti tradizionali. “Così – spiega Quagliariello diventerebbe anch’esso uno spazio residuale”.
La prospettiva, invece, dev’essere diversa perché il centro “ha un grande spazio che potrebbe tradursi in tanti voti. Alcuni possono arrivare dalla crisi delle altre due coalizioni. Gli altri solo se, dalla sommatoria di sigle e dal casting, si passa a un progetto”.