Sulla “estate militante” di Elly si addensano nubi nere all’orizzonte

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Sulla “estate militante” di Elly si addensano nubi nere all’orizzonte

Sulla “estate militante” di Elly si addensano nubi nere all’orizzonte

21 Giugno 2023

Elly Schlein appare sempre più vittima del paradosso dell’asino di Buridano (che morì di fame incapace di scegliere se nutrirsi al fieno del secchio di destra o di sinistra). A dire il vero, “Elly, la rossa”, le sue scelte le avrebbe fatte: pacifismo, alla stregua degli “yankee go home” degli anni Settanta del secolo scorso, no all’abolizione dell’abuso d’ufficio e al termovalorizzatore di Roma, sì all’ideologismo ambientalista, allo Stato pesante e imprenditore da vecchia filosofia da piano quinquennale. In questo scenario Elly sembra riemergere dalle foto di un vecchio album di famiglia della sinistra movimentista del secolo scorso.

Ma il suo vero dilemma, come emerso anche dall’esito apparentemente interlocutorio dell’ultima Direzione, è che si ritrova in un organismo in cui i segnali di rigetto nei suoi confronti diventano sempre più espliciti. Per cui, la segretaria rimane prigioniera di una sorta di “motore immobile”, di un movimentismo apparente, intimorita di sconquassare un partito che appare un arcipelago alla deriva. E le uscite del tipo, “non ci toglieremo di torno”, l’invito alla “lealtà”, appaiono alla stregua di grida al vento.

Elly, la piazza 5 Stelle e l’area riformista

Partecipare da “attore non protagonista” alla piazza dei 5S (al di là delle gravi esternazioni di Grillo su brigate e passamontagna) evidenzia i rischi di subalternità alle politiche e alle ritualità di quel mondo. Un po’ troppo per un partito che spera di divenire il perno di una coalizione alternativa al governo di centrodestra. I malumori dell’area riformista, a partite dall’ambiguità sulla materia incandescente della maternità surrogata, prospettano rischi di scissione (finora ci sono stati casi individuali) che azzopperebbe ancor più il progetto di rinascita del partito.

Ma oltre il fronte interno, la segretaria (e tutto il suo inner circle) non sembra avere colto il cambiamento di paradigma determinato dalla Meloni premier. Il cui governo, diversamente dagli esecutivi berlusconiani, si pone su una linea di neo-paradigma, di tentativo di metamorfosi della “costituzione materiale” del Paese. Atlantista e filo-occidentale in politica estera, la neo-premier ha innestato un processo di ridiscussione dei fondamenti culturali dell’ideologia della sinistra del politicamente corretto. Una sfida in piena regola a un mondo politico-culturale che si cullava (e si culla) di avere alle spalle il vento della storia.

Come utilizzare il telefono a gettoni all’epoca dell’intelligenza artificiale

Il Pd non ci raccapezza più perché non sembra avere più i radar per non naufragare nella tempesta. Il vecchio armamentario ideologico, fondato sull’illusione di rappresentare i “migliori”, la società civile dotta e illuminata, appare un ferro vecchio, ormai inservibile, nel nuovo tempo. Come utilizzare il telefono a gettoni all’epoca dell’intelligenza artificiale. Qualcosa di simile la disse Renzi, negli anni del suo massimo consenso. Sì, proprio quel Renzi, che è divenuto l’innominabile per la vecchia “ditta” che ha ripreso il controllo del partito sotto nuove spoglie. E così Elly oscilla tra il richiamo della foresta e l’approdo ad un nuovo mondo. Incapace di scegliere, resta immobile, nelle sabbie mobili, alla ricerca del tempo perduto. Sulla sua “estate militante” si addensano nubi nere all’orizzonte.