A Napoli con De Luca il pacifismo pagato dai contribuenti
20 Ottobre 2022
Il pacifismo in Italia è stato spesso una maschera per coprire l’antiamericanismo. Il disprezzo per quei valori e quello stile di vita tipicamente occidentali che hanno garantito prosperità e benessere economico, ma anche il rispetto di crescenti diritti e libertà. Così, oggi, ci troviamo nelle condizioni di vedere piazze piene di gente che vuole vedere Zelensky arrendersi alla furia genocida di Putin. Gli stessi che pretendevano di avere il monopolio su “Bella Ciao”, oggi vorrebbero che altri deponessero le armi di fronte all’invasore. Ma in Campania, feudo del capataz piddino De Luca, questa è solo la premessa.
De Luca e il pacifismo pagato dai contribuenti
Il governatore della regione, col suo solito piglio autoritario, ha indetto l’ennesima manifestazione pacifista. Non diversamente da Conte, ma non insieme a Conte perché il rapporto tra i due non è granché. Quella che si svolgerà a Napoli, infatti, non è solo un’occasione per ripetere che “se non mandiamo le armi agli ucraini, allora iniziano i negoziati e la guerra finisce”. De Luca ha deciso di spendere 300mila euro di soldi dei contribuenti per organizzare una manifestazione di parte, quella sbagliata per giunta.
Ma non è finita qui. Il “democratico” vuole portare gli studenti, in gran parte minorenni, in piazza. Fornirà un servizio di trasporto gratuito, per un totale di 400 autobus, e ha invitato le scuole a svolgere delle attività preparatorie in aula. Non solo, i partecipanti, studenti inclusi, potranno portare solo le bandiere della pace e rami d’ulivo. E l’Ucraina? Chissenefrega, la loro libertà e autodeterminazione non sono il punto. Non a caso il Console d’Ucraina a Napoli ha detto a De Luca che le manifestazioni solo per la pace non sono soluzione”.
Come se non bastasse, infine, saranno ammessi solo tre slogan decisi dalla Regione.
La democrazia liberale indebolita
Al di là delle convinzioni legittime, e altrettanto discutibilissime dei pacifisti, è assurdo pensare a eventi del genere. Slogan di stato, studenti mandati coi pullman, bandiere vietate. Tutto finanziato con i soldi dei contribuenti campani. Così si indebolisce la democrazia liberale. Non possiamo tacere.