Alcune riflessioni su crisi economica e la dottrina sociale della Chiesa

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Alcune riflessioni su crisi economica e la dottrina sociale della Chiesa

26 Marzo 2010

L’importanza e l’intrinseco valore tecnico dell’enciclica Caritas in veritate, sottoscritta nel giugno dello scorso anno da Papa Benedetto XVI, in una  contingenza di crisi finanziaria ed economica globalizzata senza precedenti, hanno richiamato l’attenzione e stimolato la riflessione anche di non credenti né devoti.

Per il popolo dei cattolici gli insegnamenti del Pontefice romano – ovvero, quelle che si configurano alla stregua di mere considerazioni per quanti cattolici non siano, o, sebbene battezzati, non considerino ciò elemento di specifica appartenenza – appaiono di crescente attualità nel momento in cui, rattoppati piuttosto malamente e in parte nascosti sotto il tappeto i guasti del comparto finanziario, la crisi economica mostra, finalmente, palesi indicazioni di stasi e primi segnali di superamento. La ripresa, tuttavia, interviene in un contesto prospettico complessivo assai modificato rispetto al passato e per molti aspetti inedito, almeno per le attuali generazioni, chiamate a confrontarvisi sostanzialmente impreparate. Quella che in molte realtà territoriali risulta uno stentato riavvio dell’economia, “senza entusiasmo” e dai costi sociali molto alti, sembra ogni giorno di più imporre la ricerca ed il recupero di un nuovo umanesimo, che sappia offrire prospettive ed ideali di vita diversi rispetto a quelli dominanti ancora nel recentissimo passato.

E’ considerando gli inediti scenari aperti dall’enciclica, da un lato, ed il concreto atteggiarsi delle prospettive internazionali, dall’altro, che si può cogliere il valore – per certi versi effettivamente storico – dell’iniziativa dell’Editore Cantagalli di pubblicare, allo spirare dell’anno passato, il “Primo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo”, lavoro curato da Monsignor Giampaolo Crepaldi e da Stefano Fontana.

Il titolo stesso, recando un aggettivo numerale, indica come il volume inauguri un ambizioso percorso seriale, nel quale si farà luogo alla predisposizione di relazioni annuali, dando corpo ad un’intrapresa sino ad ora mai realizzata, neppure a livello regionale o nazionale.

Il libro porta a conoscenza di quanto un’istituzione globalizzata per vocazione qual è la Chiesa cattolica stia ponendo in essere, nei cinque continenti, per la diffusione e la realizzazione concreta dei princìpi della propria dottrina sociale, in un fattivo tentativo di dialogo con quanti operino attivamente nel sociale, sia pur ispirandosi a fedi religiose diverse o, più semplicemente, a ideali di umanesimo laico.

Il Rapporto risulta suddiviso in diverse sezioni:  dopo aver dato conto del magistero di Benedetto XVI nel corso del 2008 – l’anno di rielaborazione della Caritas in veritate sotto l’incalzare degli eventi economici mondiali – si esaminano nel dettaglio lo stato della Dottrina sociale della Chiesa romana nelle diverse aree geografiche continentali. Si tratta, quindi, di diritti umani, di libertà religiosa, di crisi dell’economia, di ecologia umana, di politica familiare e sociale, di assetti di welfare.

Nel corpo del volume merita specifica segnalazione uno studio dovuto alla penna, sempre vivacissima, del Prof. Stefano Zamagni – uno degli economisti che maggiormente hanno ispirato i contenuti della Caritas in veritate – dall’intrigante titolo “La lezione e il monito di una crisi annunciata”. Nel suo lavoro, il docente bolognese analizza le radici della crisi economica, muovendo dalla “finanziarizzazione” della società e cogliendo le cause prossime e le remote di una situazione che ha dato luogo ad una ben nota bolla speculativa, ma che appare, innanzitutto, l’esito di quella che, con felice espressione, chiama “una bolla mentale” generalizzata.

In quest’ottica, la serrata analisi delle cause prossime e remote della crisi non può che giungere alla conclusione –  che proprio il “profumo di ripresa”, che, in questi primi mesi del 2010, si inizia a sentire, impone di considerare con attenzione e lucidità – secondo cui, fatti salvi gli indispensabili interventi in chiave regolatoria e la necessità di nuove e più pervasive forme di controllo dei mercati, il ripetersi di futuri episodi di criticità non potrà essere scongiurato “se non si aggredisce il male alla radice, vale a dire se non si interviene sulla matrice culturale che ha sorretto finora il sistema economico”.

In altre parole, conclude Zamagni, al di là dei tecnicismi, “è alla società civile che spetta il compito di riannodare le “corde” tra tutti coloro che operano nel mercato e che questa crisi ha maldestramente spezzato”. Vi è, quindi, innanzitutto, un problema profondo di fiducia e l’Autore argutamente rammenta che “fiducia” viene dal latino “fides”, che letteralmente, per l’appunto, significa “corda”, come Antonio Genovesi nel suo Lezioni di economia civile del 1765 aveva lucidamente chiarito.

"Primo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo", a cura di Giampaolo Crepaldi e Stefano Fontana, Siena 2009 – euro 13