Anche l’automotive ha bisogno di una transizione dolce e il realista Giorgetti lo sa

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Anche l’automotive ha bisogno di una transizione dolce e il realista Giorgetti lo sa

Anche l’automotive ha bisogno di una transizione dolce e il realista Giorgetti lo sa

24 Giugno 2022

Transizione sì ma con prudenza e gradualità. Il settore dell’automotive nazionale si prepara alle conseguenze delle misure contenute nel pacchetto Fit for 55, che prevede il calo delle emissioni di Co2 del 55% al 2030. Per capire a che punto è il comparto e prevenire le criticità, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha convocato un tavolo, riunendo anche i ministri della Transizione, Roberto Cingolani, dell’Economia, Daniele Franco, del Lavoro, Andrea Orlando e delle Infrastrutture, Enrico Giovannini.

Tre ore di confronto con i sindacati e le più importanti realtà produttive del settore. “Dobbiamo accompagnare la filiera nel percorso di transizione”, ma in maniera graduale, ha sottolineato il titolare del Mise. “Chi fa politica deve saper dosare acceleratore, freno e leva del cambio. So che è molto meno affascinante saper frenare ma l’arte della politica è usare la leva del cambio”.

Ogni fase di cambiamento ha dentro di sé degli elementi dirompenti e innovativi ma chi guida, per seguire il filo del ragionamento di Giorgetti, ha la responsabilità di accompagnare le trasformazioni con un approccio graduale. Evitando per quanto possibile furori giacobini, assecondando il cambiamento dal basso senza imporlo con effetti troppo spesso negativi dal punto di vista economico e sociale.

“L’intero parco circolante del continente – fanno sapere Assopetroli ed Assoenergia – pesa sulle emissioni totali soltanto per l’1,7%”. Un dato come questo, insieme a tanti altri che in questi anni abbiamo letto e ascoltato su grandissime questioni come il riscaldamento globale, mostra che procedere per strappi non conviene a nessuno. Ogni transizione dovrebbe essere dolce, sia quella ecologica, sia quella verso nuovi modelli di consumo energetico, o per fare un altro esempio, verso i cambiamenti imposti dalla trasformazione digitale nella nostra vita di tutti i giorni.

Ascoltare le esigenze del mondo industriale e produttivo, in questo senso e tornando al comparto dell’automotive, è un modo per fare realistici passi avanti verso gli obiettivi europei di una mobilità nuova e meno inquinante. Senza prese di posizione dogmatiche, staccate dalla realtà, penalizzanti per chi fa impresa e per il mondo del lavoro. Se tutto questo vuol dire preservare la sovranità nazionale, benvenga l’idea di Giorgetti di realizzare la transizione razionale.