Da Conte alla Schlein le opposizioni navigano al buio

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Da Conte alla Schlein le opposizioni navigano al buio

Da Conte alla Schlein le opposizioni navigano al buio

02 Agosto 2023

Il sistema democratico si fonda sulla dialettica parlamentare tra governo ed opposizione. Il primo assume le decisioni che fanno parte del proprio programma, la minoranza si oppone in Parlamento e nelle piazze. È la democrazia, bellezza. Ma se l’opposizione, per ragioni strutturali e contingenti, si eclissa, fino al rischio dell’irrilevanza, è lo stesso funzionamento democratico a risentirne.

Il sistema politico italiano rappresenta, in questa fase storica, un caso da manuale. Il centrodestra va avanti per la sua strada. Il ruolo della premier emerge, dopo l’incontro con Biden, rafforzato. Al di là della diversa appartenenza politica, tra Meloni e il presidente Usa c’è stata una convergenza su tematiche strategiche: l’atlantismo, la solidarietà concreta all’Ucraina, la politica nel Mediterraneo. Meno sulle tematiche dei diritti civili in materia di comunità Lgbtq+. Ma sarebbe stato troppo.

Certo, poi, il voto spagnolo ha confermato che la strada per una egemonia del fronte conservatore in Europa è tutt’altro che in discesa. In politica interna, i grandi fronti in discussione sono l’attuazione del Pnrr, la “morte” annunciata del reddito di cittadinanza, il progetto dell’Autonomia differenziata. Tematiche che rappresentano impegnativi banchi di prova per il governo. Perché il fallimento dell’attuazione del Pnrr sarebbe una sciagura del sistema-Italia e, in questa logica, va interpretato l’appello del presidente Mattarella ad andare tutti alla “stanga”.

Il ministro Fitto, spiegando le rimodulazioni del piano che spaventano i Comuni, assicura che nemmeno un soldo verrà perso. E che i progetti “bloccati” troveranno copertura con altre fonti di finanziamento. Si vedrà. Così come lo stop all’assegno del reddito di cittadinanza a 169mila beneficiari (a cui si aggiungeranno altri 80mila a breve) crea una falla a cui il governo deve dare una pronta risposta per evitare che si aggiunga povertà a povertà, “slabbrando” la tenuta sociale del Paese.

Che la politica del reddito di cittadinanza meritasse più di un “ritocco” è innegabile. Non tanto per i casi “irregolari”, che l’ex presidente dell’Inps quantifica nello 0,8% dei fondi erogati, ma perché è palesemente fallita la politica di avvio al lavoro. Così il provvedimento ha finito con l’assumere un ruolo esclusivamente assistenziale. Una torsione comunque doverosa per contrastare la povertà soprattutto al Sud. E su questo il governo assicura che nessuno sarà lasciato indietro e che, a tal fine, ha predisposto – finora solo sulla carta- un nuovo strumento, un assegno d’inclusione, con regole più ferree.

Si poteva fare prima, predisponendo interventi che rendessero meno “traumatici” la comunicazione con un sms, il passaggio dall’assegno mensile al “regno delle attese” ed evitare di dare “fuoco” e alimentare tensioni sociali? Il governo va avanti e, come emerge dai sondaggi, conserva un alto indice di gradimento. Il che rende il cammino dell’opposizione più tortuoso. I tentativi di creare lo “sdegno” popolare contro l’occupazione della Rai, non ha dato frutti; così come la campagna parlamentare sul rischio di perdere i fondi del Pnrr appare sterile, di difficile “ritorno” sul piano dei consensi. Alla stessa stregua del “no” all’Autonomia differenziata.

Restano la bandiera del reddito di cittadinanza, che il M5S può legittimamente alzare, un po’ meno il Pd che contro del provvedimento si era battuto, e la proposta del “salario minimo”. Da Conte alla Schlein, in attesa che il Terzo polo decida da che parte stare, le opposizioni navigano al buio, alla ricerca della “politica perduta”.
E così il Paese vive l’anomalia di un governo, apparentemente unito, e una opposizione evanescente.