Debito sotto controllo e autonomia energetica, l’agenda per lo sviluppo di Italia al Centro

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Debito sotto controllo e autonomia energetica, l’agenda per lo sviluppo di Italia al Centro

Debito sotto controllo e autonomia energetica, l’agenda per lo sviluppo di Italia al Centro

29 Luglio 2022

Debito sotto controllo. Autonomia energetica. Proseguire sulla strada delle riforme per garantire l’accesso ai finanziamenti europei che servono a dispiegare gli investimenti del Pnrr. Tenendo dritta la barra euroatlantica. E’ l’agenda di Italia al Centro presentata oggi a Roma. Il partito guidato da Giovanni Toti e coordinato da Gaetano Quagliariello mette sul tavolo un programma elettorale di politica economica chiaro e credibile per il nostro Paese.

Sovranità e idee nel terzo millennio

Non c’è spazio per proposte demagogiche, antieuropee e per nessuna torsione pro-putiniana in politica estera. L’obiettivo è dare un quadro stabile ai mercati e tenere sotto controllo il debito e gli oneri finanziari. “Ad ognuno dei 12 punti corrispondono alcuni ddl, scritti ancor prima delle liste,” spiega Quagliariello, che ha coordinato il lavoro di preparazione del programma. “Abbiamo scelto di non fare un programma esaustivo, sapendo che le nostre proposte devono integrarsi con quelle di altri partiti. Non è un programma omnibus ma approfondisce alcuni punti specifici, quelli più rilevanti. Volendo sintetizzare con un titolo il programma, potremmo definirlo come ‘sovranità e idee nel terzo millennio’. Dopo i due salti nel buio che abbiamo vissuto in questi due anni, quello della pandemia e quello della guerra”.

Toti: Rigassificatori? Più ce n’è meglio è

L’impressione è che si voglia cementare quel patto con il mondo dell’impresa e del lavoro rimasto spaesato, per non dire tradito, dalla cacciata di Mario Draghi. Quindi taglio del cuneo fiscale, incentivi a chi investe e a chi si rimbocca le maniche perché ha voglia di lavorare. Il sistema produttivo e industriale va messo in sicurezza, considerando l’emergenza energetica determinata dalla invasione russa dell’Ucraina. Si può fare sfruttando gli idrocarburi di casa nostra, investendo sul mix energetico per renderci indipendenti da Putin e non solo.

“I rigassificatori? La mia posizione è che più ce ne è, meglio è. Ovunque li mettiamo, quanti più ne facciamo meglio va il Paese”, sottolinea Toti. C’è anche posto per il nucleare di nuova generazione e per i termovalorizzatori destinati a completare il ciclo di smaltimento dei rifiuti (producono energia anche quelli). Transizione ecologica ma non ideologica, insomma. E’ il caso dell’automotive: “la mobilità elettrica ha senso se la produzione di energia è ecologica e se parallelamente si agisce sullo sviluppo della produzione e dello smaltimento delle batterie, sullo sviluppo di accordi commerciali, in seno alle iniziative europee o a livello bilaterale, per l’approvvigionamento delle materie prime scarse necessarie alla componentistica. Altrimenti è solo dannosa ipocrisia”.

Il debito sotto controllo

Con l’Europa bisogna guardare alla revisione dei trattati ma in Italia non c’è spazio per azzardati scostamenti di bilancio. Italia al Centro si presenta agli elettori come un guardiano del debito pubblico: impossibile pensare di continuare a scaricare i costi del debito sulle nuove generazioni. Vuol dire ripensare molte scelte fatte negli ultimi anni sotto la pressione della sinistra e dei grillini. Il Superbonus va ricondotto a logiche di mercato, disincagliando i crediti, evitando illeciti e usandolo come una vera leva della rigenerazione urbana. Il salario non è tanto un problema di minimi ma di premiare al massimo chi lavora, competenze, carriere, professionalità.

Servizi alla persona e alle famiglie

La questione femminile si gioca sull’empowerment, con le donne ai vertici delle aziende e una nuova idea di welfare. Centrale, in questo senso, la proposta sui servizi dedicati alle famiglie e alle persone. Le pensioni possono essere revisionate tenendo conto della trasformazione demografica nel nostro Paese, ma occorre “consentire a chi desidera proseguire l’attività lavorativa oltre l’età pensionabile di poterlo fare”. Gli over sessanta di oggi hanno tanto da dare, anche solo in termini di esperienza, alle nuove generazioni. Non possiamo costringerli ad andare a casa.

Un’altra parola chiave è coesione. Coesione sociale, “territoriale”, fondamentale per tenere unito il nostro Paese, garantendo l’accesso “alle reti, logistiche e digitali, ai servizi e soprattutto alle opportunità di crescita e sviluppo su tutto il territorio nazionale”. Questo, sottolineano da Italia al Centro, “è uno degli obiettivi del PNRR, deve essere considerato parte integrante dell’Agenda Draghi”. La concorrenza? “Giusto agire sempre nel rispetto degli investimenti pregressi e della tutela dei livelli occupazionali, ma dobbiamo portare avanti una progressiva modernizzazione del mercato italiano per consentire a tutte le imprese di essere competitive a livello internazionale”.

Il “reddito di resilienza”

Le riforme strutturali: “un’agenda di riforme istituzionali per una democrazia davvero decidente e una efficiente ripartizione delle competenze fra livelli di governo”. Quindi semi-presidenzialismo alla francese e autonomia differenziata sulla base del principio della sussidiarietà. Italia al Centro lavora per sanare i gap territoriali presenti nel Paese. Non solo quello tra Nord e Sud ma le nuove diseguaglianze tra “fasce costiere e aree interne, fra borghi e grandi insediamenti urbani”. Il Pnrr è strategico per il Mezzogiorno (il 40 per cento delle risorse totali del Piano, insieme alle diverse forme di finanziamento europeo), ma nell’agenda c’è un impegno preciso per le “aree fragili”, “i luoghi che custodiscono il cuore identitario della nostra nazione”.

Con una idea provocatoria ma realistica: dal reddito di cittadinanza che troppo spesso ha pagato e paga lo stipendio a chi non lavora, al “reddito di resilienza” per sostenere chi coraggiosamente sceglie di investire e di lavorare nelle aree ‘dimenticate’ e a rischio spopolamento dell’Italia. “Non più finanziamenti a pioggia in ottica assistenziale e dirigista, con conseguente inefficacia della spesa, mancato impiego di risorse e ulteriore distorsione del mercato, ma grandi investimenti mirati sulla logistica, sulle infrastrutture materiali e immateriali e sulla capacità di spesa”. Sviluppo, riforme, no debito, una scelta di campo occidentale.