Fini: “Indegno stillicidio contro di me”
10 Settembre 2009
di redazione
"Sarò diretto, non giocherò con le parole. Non ho lo scolapasta sulla testa e non credo di essere liquidato come un mattarello, lo dico con simpatia il mio amico Bossi… Non ho tra le mie letture preferite il ‘Capitalè, quindi non sono un compagno… E non ho come ambizione recondita o manifesta di andare al Quirinale. Non è degno di un grande partito e di un dibattito politico, il quotidiano stillicidio basato su queste tre ipotesi: follia, compagno travestito, vuole prendere il posto del Capo dello stato". Lo dice Gianfranco Fini nel suo intervento alla scuola di Gubbio. Il presidente della Camera ringrazia invece "l’equilibrio del Capo dello stato che è una delle poche garanzie. E non mi diletto – chiosa Fini – con grembiulini e con compassi".
"Ieri a Berlusconi ho detto che dal 27 marzo non si è deciso nulla ed il punto è proprio questo: non è possibile che non si sia deciso nulla, il partito non è un organigramma. Serve un cambio di marcia, un dibattito interno". Lo afferma Fini, intervenendo alla scuola di formazione del partito. "Parlare di democrazia interna – prosegue il presidente della Camera-non significa minare la leadership o fare atto di lesa maestà". Rivolto ai coordinatori del partito, l’ex leader di An aggiunge: "Siete bravissimi ma – prosegue – non si può concepire un partito del 35-40% che non decide nulla".
a proposito dell’integrazione degli immigrati Fini ha risposto facendo riferimento a quello che aveva detto Silvio Berlusconi in Tunisia "Il Pdl è l’epicentro del Governo e deve avere coerenza fra quel che dice e quel che fa".