
Il naufragio dei migranti in Calabria e l’Europa che non decide

26 Febbraio 2023
Quasi sessanta persone sono state ingoiate dal mare quando un barcone che trasportava migranti si è spezzato per il mare in tempesta. Davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone. Tra le vittime anche bambini, tanti i dispersi. Le operazioni per cercare eventuali superstiti vanno avanti, mentre i sopravvissuti sono stati trasferiti nei presidi ospedalieri e nel Cara di Isola di Capo Rizzuto.
Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Guardia costiera, Vigili del fuoco, Croce Rossa, Capitaneria di porto, Protezione Civile, sono tutti impegnati nei soccorsi. Nel 2022, solo in Calabria, sono sbarcati circa 18mila immigrati illegali. In prevalenza a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani.
La Calabria continua ad accogliere i migranti, in una situazione sempre più insostenibile. La presidente della Commissione europea Ursula van der Leyen si è detta “profondamente rattristata” dal naufragio. “La perdita della vita di migranti innocenti è una tragedia”, ha detto. E’ fondamentale “raddoppiare i nostri sforzi” per compiere progressi nella riforma delle norme dell’UE in materia di asilo. Per affrontare le sfide relative alla migrazione verso l’Europa.
Parole, ma l’Europa non decide. Sono anni che si parla di ripensare le norme in materia di asilo. Perché l’Europa non garantisce sicurezza e legalità? Perché non si fa uno sforzo con i Paesi d’origine dei migranti? L’Unione Europea ha reagito in modo coeso al Covid, e poi alla Guerra in Ucraina. Perché non mostra la stessa unità di intenti sulla questione migratoria?