![In Italia la macchina della giustizia è lenta per tutti tranne che per il Cav.](https://loccidentale.it/wp-content/uploads/magistrati.jpg)
In Italia la macchina della giustizia è lenta per tutti tranne che per il Cav.
![In Italia la macchina della giustizia è lenta per tutti tranne che per il Cav.](https://loccidentale.it/wp-content/uploads/magistrati.jpg)
11 Settembre 2009
di redazione
La storia si ripete: da almeno 15 anni assistiamo ad un proliferare di fascicoli aperti dalla magistratura su vicende di riconosciuta gravità, ma aggiungerei anche, di pretestuosità malcelata.
Si ripete ostinatamente questa storia, e dovrebbe preoccupare gli italiani di buonsenso, che sanno mantenere una capacità critica al di là delle differenti idee politiche: perché un conto è la volontà di fare chiarezza in nome della giustizia, un altro è la voglia matta di incastrare qualcuno per odio e pregiudizio, passando al setaccio ogni angolo della sua vita, privata o pubblica che sia, recente o remota.
E’ una differenza non da poco, che distingue uno spirito giusto da uno giustizialista, un proposito intellettualmente onesto da uno in malafede.
E le indagini aperte sulle stragi di mafia tra il ’92 e il ’94 non possono non destare forti sospetti sulla natura dell’obiettivo: non la giustizia, ma per l’ennesima volta, il Presidente del Consiglio.
Berlusconi, caparbiamente, resiste ad ogni attacco, in barba a chi lo vuole innervosito o stanco.
Siamo alla congiura e di questo non possiamo non essere tutti concordi.
Lo stato della giustizia italiana è grave, i suoi tempi sono biblici e sorprende, pertanto, la solerzia con cui si avviano invece certi tipi di inchieste che, il più delle volte, non servono alla verità e a migliorare il nostro paese. Eppure questo è quello che succede da quando Silvio Berlusconi è apparso sulla scena politica italiana e negarlo sarebbe sacrilego.
Ecco perché sono molto critico con le inchieste aperte dopo le rivelazioni dei pentiti fatte questa estate e che chiamano in causa Marcello dell’Utri. E’ lo stesso motivo per cui non condivido la posizione del Presidente Fini: cercare la verità è sacrosanto sempre, ma non lo è altrettanto cercare pretesti distorcendo la verità stessa. Sarebbe come indagare sui presunti mandanti occulti nel delitto dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria a Sarajevo nel 1914.
Meritano una riflessione le parole del Presidente della Repubblica Napolitano che invitano il Csm all’equilibrio nel ricorso alle pratiche per la tutela dell’indipendenza dei magistrati.
Pratiche più che legittime, ma che a detta anche di alcuni componenti del Csm, non sempre vengono adottate in maniera tempestiva e a cui, ritengo, si stia facendo ricorso con eccessiva disinvoltura.
Eppure nel nostro paese l’equilibrio e la concretezza restano il bisogno primario, per il bene di tutti.
Ho l’impressione invece che anche questo fine passi in secondo piano per certa parte della politica e, aggiungo, delle istituzioni nella cui azione, la politica diventa mandante, più o meno occulto.
*Francesco Casoli è senatore del Pdl.