Inchiesta Roma, Cicchitto: nessuno può agitare questione morale
03 Dicembre 2014
di redazione
"Dal caso De Santis in poi ,per quanto riguarda i rapporti fra mafie, imprenditori, dirigenti amministrativi e personaggi politici, colpiscono alcuni elementi, in primo luogo la trasversalità politica, dall’estrema destra alla sinistra: nessuna forza politica è certo legittimata ad agitare in questa vicenda la questione morale". Lo afferma Fabrizio Cicchitto.
"Poi – aggiunge – per quello che riguarda la personalità di maggior rilievo chiamata in causa ci auguriamo sinceramente che Gianni Alemanno riesca a dimostrare la sua estraneità a tutto ciò che emerge, visto che la responsabilità penale è personale. D’altra parte l’impegno del procuratore Pignatone è una garanzia perché è ben nota la sua imparzialità".
"L’altro aspetto della questione che conferma una tendenza emersa anche a Milano è che tutte queste vicende non hanno l’andamento sistemico di Tangentopoli: qui l’unico sistema in campo è una atipica rete mafiosa con un particolare risvolto romano che è quello dell’intreccio fra una certa estrema destra e l’eredità della Banda della Magliana, mentre per altro verso sono in campo singoli uomini politici di destra e di sinistra, singoli imprenditori, singoli dirigenti amministrativi: insomma c’è una parcellizzazione della corruzione dove i ruoli di imprenditori e di politici sono tutti a titolo individuale".
"In questo quadro però è da mettere a fuoco il ruolo svolto da quelle cooperative che hanno lucrato profitti sui campi rom, sugli immigrati, sulle emergenze abitative. Su questo nodo c’è tuttora da far luce perché una serie di disfunzioni emerse anche a proposito di campi rom e di Tor Sapienza, presentano dei risvolti molto più complessi di quanto non siano stati originariamente presentati", conclude.