
Inverno demografico, ogni anno sparisce una città come Bologna

17 Ottobre 2022
L’inverno demografico sarà ancora più gelido quest’anno, con dati peggiori del 2021.
“Stiamo andando contro il muro”, avverte il presidente di Istat, Gian Carlo Blangiardo. Il crollo delle nascite è in pieno svolgimento.
“Nei primi sei mesi di quest’anno le nascite sono scese ancora, -3% rispetto allo scorso anno. Che fu già un anno record con soli 399.000 nati”.
Blangiardo partecipa al convegno “Italia: che futuro? Il declino di un paese dove non nascono figli” con il presidente della Cei Matteo Zuppi.
Gli effetti dell’inverno demografico li vedremo su pensioni e welfare, con l’aumento della spesa per una popolazione sempre più anziana. E ricadute drammatiche in termini di calo del Pil.
“I dati mettono paura”, commenta Zuppi.
“Io ho l’impressione che reagiamo solo quando andiamo a sbattere, come è accaduto col Covid e con la guerra. Con Spagna e Giappone siamo tra i paesi più vecchi. E anche chi arriva nel nostro paese si adegua subito”.
L’arcivescovo di Bologna sottolinea che “siamo diventati molto individualisti e la maternità è diventata una complicazione”, più che fonte di “prestigio”.
La precarietà è economica, ma anche emotiva, relazionale.
“Come è possibile che non abbiamo fatto niente?”, si chiede Zuppi. “L’ascensore sociale è rotto da tempo e non vedo molta preoccupazione per aggiustarlo”.
Infine, un invito alla politica: “Guai a far diventare quello demografico un tema di parte”.
Ogni anno, in Italia scompare una città come Bologna. E ogni anno, se ne vanno dall’Italia 100-120.000 giovani. Non c’è futuro, così.
Secondo il presidente della Cei, il Governo Draghi “ha preso delle iniziative importanti. Ci auguriamo che il prossimo Governo non soltanto le confermi, ma le potenzi”.