“Italia al Centro”, le amministrative e la teoria del ruscello
26 Marzo 2022
di Carlo Mascio
Il nome circolava da tempo: “Italia al Centro”. Mancava il “battesimo” che puntualmente è arrivato. E dato che non c’è battesimo senza l’acqua, la cornice scelta non è casuale. Il palco è quello della sala conferenze dell’Acquario di Genova.
La metafora però scende a picco nella realtà se si pensa che i “padrini” della nuova creatura sono i sostenitori di quella che essi stessi chiamano “teoria” o “paradosso del ruscello”. E’ questo il teorema su cui si fonda la nuova esperienza politica di Giovanni Toti e Gaetano Quagliariello che, nelle scorse settimane, avevano già formalmente unito le insegne di “Cambiamo!” e “IDeA”, essendone rispettivamente i leader, per dare origine a Italia al Centro che vanta già una componente con questo nome all’interno del gruppo misto del Senato della Repubblica.
La teoria del ruscello
Dunque l’acqua è più di una semplice metafora. È quell’elemento che ora suggerisce uno schema politico. “Tutti provano a lanciare un grande partito nazionale – dice Toti-, secondo me, l’esigenza di nuove aggregazioni politiche c’è, ma non riesce a trovare spazio come se ci fosse una diga che interrompe il flusso di questo fiume. Facciamo, invece come fa l’acqua con i tanti ruscelli che si scavano la loro strada e poi confluiscono tutti insieme in un unico fiume o mare”.
Chiamiamola teoria del ruscello o piramide rovesciata, come suggerisce Quagliariello. Il senso è lo stesso: tante esperienze politiche, locali o nazionali, che “confluiscono” come fiumiciattoli in un unico contenitore. La matrice è chiaramente di natura federale, non c’è dubbio. Insomma la teoria c’è. La pratica ora è tutta da costruire. O quasi.
Le amministrative come primo banco di prova
E si perché da Genova, davanti ad una folta platea di parlamentari e amministratori locali in presenza e quasi duecento collegati in streaming, Toti, Quagliariello & Co. lanciano la sfida agli altri “fiumi” del centrodestra (e non solo…) guardando già alle prossime elezioni amministrative come primo banco di prova. “Ci saremo” annuncia Quagliariello. E ovviamente la base di partenza, sul fronte alleanze, è il centrodestra o quello che resta dello stesso. Ma non è il campo “obbligatorio”. Anzi. Avere “mani libere” a livello locale come a livello nazionale sembra essere più di una strada da percorrere.
Tuttavia bisogna sempre partire dalle certezze: “Al momento sarà un insieme di liste che si presenteranno nei diversi capoluoghi di provincia e di regione – ha spiegato ancora Toti -, iniziando naturalmente da Genova e da Spezia che tornano al voto, per dare un contributo alle amministrazioni locali che meglio hanno funzionato nello schema dei partiti tradizionali”. Oltre a Genova e Spezia, Quagliariello annuncia anche la lista “L’Aquila al centro”, modello di altre liste (a partire dal nome) che saranno presenti nei vari capoluoghi di provincia e che saranno annunciate nei prossimi giorni.
Verso il 2023
Il 2023, però, è dietro l’angolo. Ed è lo sfondo nemmeno tanto nascosto delle ambizioni della nuova realtà. “In vista del 2023 – ha detto ancora Toti – insieme a tutti gli altri sarà, speriamo, una grande unione, una grande federazione di liste cittadine, regionali e nazionali che vogliano dare un contributo per dare stabilità e novità alla politica italiana”. E sul fronte alleanze a livello nazionale, il leader di Italia al Centro è ancora più chiaro: “Non usciamo di qui oggi dicendo nel ‘23 saremmo alleati di. Lo saremo di chi condivide i nostri valori”. Mani libere, appunto. Della serie: il battesimo è stato celebrato, per i matrimoni c’è tempo…