
L’Europa unita non si riduca… alla canna del gas!

08 Ottobre 2022
Durante la pandemia l’Europa ha battuto un colpo importante: l’idea di un debito comune per aiutare i Paesi più in difficoltà a riprendersi dalla crisi è apparsa quasi rivoluzionaria rispetto alla percezione non proprio esaltante che la Ue aveva trasmesso di sé in passato.
E le successive vicende geopolitiche sembrano aver rafforzato questa sensazione di unità. Oggi che la situazione si prospetta se possibile ancora più dura che ai tempi del covid, però, l’Unione è davvero a un bivio.
Se nella fase attuativa del Pnrr non si potrà tener conto delle mutate condizioni, della crisi energetica e dell’aumento del costo delle materie prime, questo strumento rischierà di perdere parte della sua efficacia.
Con un doppio danno: l’occasione sprecata, e il fatto che trattandosi di denaro che in gran parte dovremo restituire l’indebitamento improduttivo diventerebbe un boomerang. E poi c’è il tema del tetto al prezzo del gas.
Ci sono Paesi con una situazione economica strutturale molto più solida della nostra che sono in grado di usare la leva del debito senza inguaiare le future generazioni: da questo punto di vista prendiamo esempio e cerchiamo anche noi di alleggerire la zavorra che pesa sulle spalle nostre e dei nostri figli.
Ma l’Europa capisca che la risposta alla crisi deve essere corale e gli strumenti messi in campo devono essere all’altezza.
Ascolti l’Italia sul price cap o a rischiare non saremo solo noi ma la stessa esistenza di un mercato comune. Non è una minaccia, è una constatazione.