
Per l’Europa e l’Occidente, addio a Giorgio Napolitano

23 Settembre 2023
Giorgio Napolitano non è stato solo il primo presidente della Repubblica ad essere eletto due volte. È stato il primo esponente del PCI ad avere un visto per recarsi negli USA, alla fine degli anni Settanta. Il comunista che negli anni della Guerra Fredda ha saputo coltivare le relazioni transatlantiche, indirizzando una parte della sinistra italiana verso quel percorso che l’ha portata nel socialismo riformista europeo.
Dalla Ostpolitik di Willy Brandt al presidente Barack Obama, insomma, incontrato nel 2010 in uno dei momenti più delicati dei rapporti tra Italia e Usa, ad un punto di svolta nella storia italiana. Rinomato statista, scrive El Pais, ”Re Giorgio” ha contribuito “a far uscire il suo paese dalla crisi del debito nel 2011”.
“Era consapevole che i poteri del presidente sono a geometria variabile, è anche supplente in caso di pericolosi vuoti istituzionali,” dice il presidente della Fondazione Magna Carta Gaetano Quagliariello che giurò come ministro delle riforme nella mani di Napolitano durante il governo Letta. “Un eccellente capo di Stato, ma il suo disegno politico – la legittimazione reciproca fra le forze politiche – non è arrivato in porto”.
Qui vogliamo ricordare Napolitano come uno dei guardiani della collocazione atlantica del nostro Paese. Sapeva e ricordava qual fu il ruolo svolto durante la Liberazione dalle truppe americane. Comprendeva quindi l’importanza della nostra partecipazione alla NATO. Se ne va un Capo dello stato profondamente europeista, un amico leale dell’America, un politico occidentale.