Qui o si fanno figli o si muore

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Qui o si fanno figli o si muore

Qui o si fanno figli o si muore

15 Gennaio 2023

Il presidente del consiglio la chiuso la convention milanese di Fratelli d’Italia citando Garibaldi. “Qui o si fa l’Italia o si muore”, ha detto Meloni. “La nostra avventura è appena cominciata. Abbiamo un forte mandato popolare e avremo i risultati su cui puntiamo, nonostante il bastone tra le ruote dell’opposizione e non solo”. Poi Meloni ha elencato gli obiettivi macroeconomici dei prossimi cinque anni, cioè a dire, nell’ordine, natalità, reddito e salario medio, produttività, export.

Mettere su famiglia e fare figli

La natalità viene citata per prima dal premier. Potremmo dire, parafrasando Garibaldi, qui o si fanno figli o si muore. I dati li conosciamo bene. L’Italia è agli ultimi posti nella mappa della demografia europea. Il presidente dell’Istat, Blangiardo, ha spiegato che il rapporto tra individui in età da lavoro, e non, passerà a uno a uno nel 2050. Per troppo tempo, il nostro Paese non ha investito sui giovani che sono il nostro futuro.

Rischiamo di sparire come Paese travolti dalla “peste bianca” nei prossimi decenni se non si inverte il trend demografico. La manovra di bilancio ha dato dei primi segnali importanti dal punto di vista della sicurezza economica. Uno dei fattori determinanti, certo non l’unico, nella scelta di mettere su famiglia e fare figli. Aumento dell’assegno unico, estensione del congedo di maternità e congedi parentali, stabilizzazione dei sostegni alle famiglie con figli disabili. La riduzione dell’Iva sui prodotti per l’infanzia. Ancora, gli interventi sui mutui per le giovani coppie, l’azzeramento dei contributi per chi assume donne e giovani, la carta risparmio.

Favorire imprese e lavoro

Il governo ha anche voltato pagina sul reddito di cittadinanza, un provvedimento sbagliato e che ha fallito sul fronte del contrasto alla povertà assoluta. La volontà del Governo di separare le misure assistenziali dal sostegno alla natalità e dalle politiche attive per il lavoro è strategica. Bisogna sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro. Favorire l’impresa privata e il dinamismo imprenditoriale e dei ceti produttivi, rimuovere la oppressione burocratica e fiscale che blocca il Paese.

Il tutto in un quadro congiunturale internazionale sfavorevole, con la maggior parte delle risorse concentrate, giustamente, sul caro energia. Tra i pilastri della riforma fiscale prevista per l’inizio del 2023 ci sarà anche il quoziente familiare per una tassazione che tenga conto del numero dei figli a carico. “Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità e pure la tassazione deve tenerne conto,” ha detto Meloni.

Una visione per l’Italia

La direzione presa dal governo sul fronte economico per favorire la natalità è corretta. Va capito però come drenare risorse da impegnare verso i giovani che mettono su famiglia, intervenendo sulla spesa pubblica costosa e inefficiente. Ma la questione della ripresa demografica in Italia, e in tutta Europa, non riguarda solo gli incentivi economici, il welfare, il fisco. E qui torna il Garibaldi citato dal presidente del consiglio.

Per favorire e sostenere il tasso di natalità e la fertilità occorre una visione. L’Italia, e l’Europa debbono ritrovare la loro identità. Solo così, con la crescita economica, la innovazione, il lavoro, e una idea di come sarà il nostro Paese tra dieci o venti anni, solo con quell’ottimismo verso il futuro di cui parlava Mario Draghi, riusciremo a riportare in equilibrio sicurezza economica, benessere e ricambio generazionale.

Il caso di Israele, l’unico tra i Paesi occidentali che continua a crescere, nella popolazione e in economia, sta lì a dimostrarlo.