Ucraina, Elly Schlein ‘quinta colonna’ contiana nel Pd
26 Gennaio 2023
Elly Schlein, la candidata alla primarie per la segreteria del Pd, sembra aprire un pericoloso varco nella linea dei Dem di sostegno militare a Kiev. “Credo che sia stato giusto sostenere la resistenza ucraina,” ha detto Schlein. “Ma penso che la guerra non si risolve con le armi. Sono contraria alla corsa al riarmo europeo, questa è una china pericolosa”. Insomma, una posizione ben diversa da quella seguita fino ad ora dal Pd di sostegno al presidente Zelensky.
Schlein è con l’Ucraina ma con quel “ma” che somiglia, molto, alla posizione presa sul conflitto dal Movimento 5 Stelle guidato da Conte. Per il leader pentastellato la linea sugli aiuti militari è chiara. Finché Kiev rischiava di soccombere, gli alleati occidentali di Zelensky potevano inviargli armi. Ora che sul campo le forze sembrano essere mutate, bisogna “negoziare”. Peccato che Putin al negoziato non ci pensa proprio. La Russia continua a bombardare civili nelle loro case e ammassa truppe fresche per la nuova offensiva di primavera. La linea per Conte però resta quella della manifestazione con Landini il 5 novembre a Roma.
“Formalmente il Partito democratico mantiene in Parlamento il sostegno all’Ucraina,” scrive Mario Lavia su Linkiesta, “ma in alcuni esponenti serpeggia un’insofferenza palese sulla linea dell’invio di armi a Kiev. Sarà un modo per farsi notare al Congresso?”. Sembra concretizzarsi insomma il rischio di una deriva occidentalista nel Partito democratico, tra sinistra laica e mondo cattopacifista, che secondo Paolo Mieli rischia di estendersi a tutto lo schieramento.
Schlein del resto ha parlato di “ricongiungimento familiare” con il pezzo della sinistra dalemian-bersaniana. La sinistra di Articolo 1 che distingue tra ‘armi di offesa e di difesa’ da inviare a Kiev, pur affermando di stare dalla parte della “resistenza ucraina”. L’ultimo strappo parlamentare con Laura Boldrini, Articolo 1 e l’anima di Sant’Egidio presente tra i dem, indica che il sommovimento è in corso.
Le sirene pacifiste contiane, “anti Nato e filo russe”, attacca con nettezza Cesaretti su il Giornale, sono musica per la sinistra piddina. Schlein appare destinata sempre di più a svolgere un ruolo di ‘quinta colonna’ pentastellata, funzionale al disegno dell’avvocato del popolo di scalata ai Dem. Quel partito che, con Enrico Letta, fino ad ora non aveva avuto sbandamenti sulla posizione da prendere. Tra aggrediti, gli ucraini, e aggressori, russi.
Eloquente la dichiarazione del vicesegretario dem, Provenzano. “Se smette di combattere la Russia, finisce la guerra. Se smette di combattere l’Ucraina, finisce l’Ucraina”. Dunque con chi stanno Schlein e Conte? Con le democrazie o con i regimi autoritari?
Non può esserci una equivalenza morale davanti a quello che accade in Ucraina.