“Una famiglia radicale”: il romanzo della Ministra Roccella a L’Aquila

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“Una famiglia radicale”: il romanzo della Ministra Roccella a L’Aquila

“Una famiglia radicale”: il romanzo della Ministra Roccella a L’Aquila

21 Aprile 2023

Il 19 aprile si è svolta a L’Aquila la presentazione del libro “Una famiglia radicale”, il romanzo scritto dalla Ministra Eugenia Roccella ed edito Rubbettino. La presentazione ha avuto luogo presso la libreria Colacchi, nel centro storico del capoluogo abruzzese. Sono intervenuti nel dibattito con la Ministra anche il Presidente della Fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello, e il Presidente dell’associazione Patria e Costituzione, Stefano Fassina.

“Una famiglia radicale”

Un titolo che riassume efficacemente il senso complessivo del libro. “Una famiglia radicale”, in effetti, si presta a una doppia interpretazione: da una parte, una famiglia di fatto, quella dei Roccella; dall’altra, un nucleo di persone legate dall’affetto reciproco, ma anche dalla condivisione di idee e dallo scambio intellettuale.

Gaetano Quagliariello ha aperto la presentazione con una nota emotiva. Il Presidente di Magna Carta ha ricordato Franco Roccella, padre della Ministra e protagonista del romanzo, col quale ha avuto un “rapporto quasi filiale”, al netto di una già elevata stima politica. Un affetto che, conferma la Ministra, trovava riscontro anche da parte dello stesso Franco, la cui figura viene tratteggiata con critico distacco.

Un romanzo o un saggio?

Un dubbio potrebbe insinuarsi nel lettore: si tratta di un romanzo (come viene indicato già dalla copertina) o di un saggio o di un memoir? Ecco, si potrebbe dire che questo libro riesca a coniugare tutte e tre le definizioni. La volontà non era quella di creare un lavoro di fiction, né tanto meno di scrivere un’agiografia. La Ministra afferma che iniziò a dedicarsi al romanzo in tempi non sospetti, quando non esisteva ancora l’ipotesi di un ruolo in Parlamento, dunque quanto più possibile onesta.

L’intento non dichiarato, quindi, era piuttosto di raccontare la storia di una famiglia anomala, specie nel contesto di un’Italia meridionale a cavallo fra gli anni ’60 e ’70. La storia di una famiglia scombiccherata, la cui casa era divenuta polo d’attrazione per personaggi tanto di rilievo quanto sopra le righe.

Un’opera che ripercorre tanto le vicende famigliari quanto il vissuto politico di Eugenia Roccella. Inevitabilmente, si parla del suo cambiamento di paradigma, “da radicale e femminista a cattolica e di destra”, sempre integrando l’idea che il personale è politico. Leggendo il libro, emerge la coerenza interna di questo spostamento di collocazione politica da parte della Ministra, da dove è partita, dove è arrivata, come e perché.

Il ricordo e l’eredità di Franco Roccella

Quagliariello, in qualità di storico, ha ricordato la figura di Franco Roccella, fondatore dell’Unione Goliardica Italiana. Quest’ultima si forma in seno alle università italiane all’indomani del Ventennio, caratterizzato da una preponderante componente dissacrante e fortemente antifascista. Nata ufficialmente nel 1946 e discioltasi con i movimenti studenteschi del 1968, divenne fucina d’intellettuali destinati alla classe dirigente del Paese. Craxi, Cossiga, Bordato, Occhetto, solo per citarne alcuni. Rivestì inoltre un’importanza apicale nella formazione del Partito Radicale, nel quale militarono sia Eugenia Roccella che Gaetano Quagliariello.

L’intervento di Stefano Fassina ha apportato al dibattito un contributo diverso, quello di una voce il cui posizionamento politico e ideologico è antitetico rispetto a quello espresso da Eugenia Roccella. Fassina ha infatti ricordato la qualità delle personalità espresse dal Partito Radicale e l’impatto culturale che questo ha avuto sul Paese. Ma anche le numerose battaglie portate avanti da Marco Pannella, Sergio Stanziani, Lino Iannuzzi e, ovviamente, Franco Roccella. Fassina ha sottolineato l’importanza storica di questo romanzo, che ha ripercorso i passi di un personaggio politico lungamente ignorato e che ha restituito alla memoria delle vicende importanti per il nostro Paese. Inoltre, afferma l’ex-ministro, il Partito Radicale può intitolarsi il merito di aver anticipato la prima forma di partito personale, oggi così attuale.